Il caso "mucca pazza": dirigente ucciso dal morbo di Creuzfeldt, verso l'ultima conferma

Le analisi a Roma e poi l'autopsia. Coordinatore del Centro Alzheimer: "Non c'entra la carne bovina, è una malattia rara che si sviluppa nell'uomo e per niente contagiosa"

Analisi in ospedale

Analisi in ospedale

Arezzo, 27 maggio 2018 - Gli esami sono in corso a Roma, ma pochi dubbi ci sono intorno alla morte di Antonio Barbagli, noto dirigente sportivo della pallavolo aretina. A ucciderlo, anche se si attende la conferma ufficiale, sarebbe stato il morbo di Kreutzfeld-Jacob, definito in termini popolari della "Mucca Pazza". A spiegare i fatti interviene il dottor Alessandro Tiezzi, neurologo e coordinatore del Centro Alzheimer.

E’ lui ad aver avuto in cura Barbagli, «si era presentato - ricorda - circa sei mesi fa, mostrando segni di un veloce deterioramento che da subito ci aveva fatto pensare al Kreutzfeld-Jacob. Preciso che non si tratta del morbo trasmesso da animale, non c’entra nulla la carne bovina. Kreutzfeld e Mucca Pazza sono stati originariamente collegati in quanto i sintomi riscontrati nell’uomo sono simili a quelli che si hanno nell’animale».

«In realtà - prosegue Tiezzi - in realtà sono cose distinte, qui si parla di un morbo molto raro, non contagioso, e che appartiene solo all’uomo. Tutti i casi di questa malattia, che colpisce una percentuale bassissima di persone, sono iscritti in uno speciale registro tenuto all’Istituto Superiore della Sanità».

Riprende Tiezzi: «Fin dai primi momenti, sospettando appunto la diagnosi, in ospedale abbiamo effettuato tutti i controlli previsti e prescritti per l’accertamento della malattia. Il paziente è stato quindi sottoposto a una risonanza magnetica e agli altri esami necessari, purtroppo tutti concordanti nel diagnosticare il morbo di Kreutzfeld-Jacob, provocato da una mutazione nell’organismo».

Conferma ciò che del resto già avevamo anticipato nell’edizione di ieri, e cioè che la terribile malattia che ha colpito il dirigente sportivo non è contagiosa. E nel'Hospice Barbagli era da poco stato ricoverato in una situazione clinica ormai irreversibile. Attualmente il corpo si trova all’ospedale San Donato dove è stato effettuato il prelievo dei campioni poi immediatamente inviati al centro specializzato di Roma per gli indispensabili riscontri. Sarà anche effettuata un’autopsia, probabilmente domani, ultimo atto previsto per completare il cerchio delle verifiche.

Martedì, poi, si svolgeranno i funerali di Antonio Barbagli con prevista grande partecipazione del mondo della pallavolo a cui l’uomo era particolarmente vicino.  Alessandro Tiezzi aggiunge una notazione che riguarda gli ultimi sei mesi di vita del dirigente, dal momento della prima visita fino alla morte di mercoledì: «Li ha trascorsi quasi tutti in day hospital grazie a una famiglia che lo ha sempre assistito collaborando totalmente con la struttura»