Il 25 aprile orfano della Fiera fa cilecca: falsa partenza per il turismo

Visitatori arrivano ma il calo è evidente. E lontano dall'anno scorso, quando antiquaria e Gusto fecero il botto. Alberghi giù ma buone prenotazioni per maggio

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Ferragosto ad Arezzo 15-08-2016 Turisti caldo Ferie Vacanze.

Arezzo, 26 aprile 2018 - «Maluccio»: uno dei ristoratori del Saraceno, nel vicolo delle trattorie, storce la bocca. Intorno i tavoli sono abbastanza pieni ma non tutti: fuori non c’è coda e quello è uno dei segnali che in via Mazzini spesso dà il termometro della situazione. E l’analisi dietro i piatti coincide in sostanza con quella generale. Il 25 aprile fa «cilecca».

Niente di devastante, in centro un po’ di visitatori ci sono. Ma è una falsa partenza nel giorno in cui giochi in casa. Ormai è chiaro, i ponti di primavera sono uno dei terreni di conquista del nostro turismo. Che non ha mare e non ha montagna e deve gettare sulla bilancia la bellezza del suo centro storico e dei suoi capolavori, oltre che la tavola e dintorni. Se perdi ad aprile anche giugno rischia di essere gramo.

Sono tornati gli stranieri e questa è sempre una buona notizia. Gli italiani no e comunque non ai ritmi degli anni precedenti. Quando c’era la Fiera. Che manca, manca maledettamente al debutto del ponte in pantaloni corti. Non sarà stata quella del 25 aprile la Fiera nella forma migliore:ma è sempre Fiera. Ed è soprattutto l’evento in più che condisce il piatto e a volte può spostare la bilancia di chi deve scegliere tra noi, Lucca o fate voi. Per qualcuno la sposta.

Si presentano di buon mattino, intorno alle 10, in piazza Grande e si guardano intorno sconsolati. «Where is?» chiedono all’antiquario di turno, uno di quelli che al mare preferisce sempre e comunque Borgunto. Sfoggiano la pagina di un sito internet ma purtroppo per loro non è di quelle aggiornate. Racconta della Fiera del 25 aprile, quella che quest’anno è stata colpita ed abbattuta, prima dal Comune e poi dalle associazioni di categoria. Con la promessa di riproporla tra un anno ma si sa, nel commercio come nel turismo un anno ne dura almeno dieci.

Un anno fa c’erano anche i banchi del Gusto in piazza Grande. Stavolta siamo andati alla sfida del 25 aprile a mani nude: e non ce lo possiamo permettere. Perché se fai così fatichi perfino a trainare in città chi apre gli agriturismi del Valdarno o del Casentino e che di fronte a zero proposte preferisce godersi il suo angolo di verde. La Fiera potrà essere in formato ridotto ma dà la spinta anche al resto del commercio ad aprire, a issarsi sulla sua sudatissima trincea. Molti aprono, nel pomeriggio, ma tanti no.

E tutto contribuisce a costruire questo 25 aprile in scala. Al quale vorresti appendere le ragnatele dell’inverno e gli affari che nei primi mesi sono andati a dietrofront. E meno male che dicembre ha riempito le dispense, grazie alle comitive del mercatino tirolese, o oggi faremmo la conta dei superstiti. Invece il turismo comunque di giro e l’evento Fiera avrebbero potuto unire le forze.

Dal fronte degli alberghi gli stessi segnali: un «25 aprile» deludente, tante camere non c’è stato bisogno stamani di rifarle. Va meglio per fortuna il 1° maggio: le prenotazioni disegnano già una storia parzialmente diversa, almeno sul fronte degli hotel il tasso di occupazione torna a impennarsi, il «mordi e fuggi« forse farà la differenza.

Per ora anzi per ieri, a farla a San Francesco è Guido Tavanti: un musicista di Foiano, atterra con uno di quei micidiali organetti del ’700 a manovella, dalle pareti affrescate in punta di pennello, e dalle quali escono aria e melodie che stregano i turisti. Quelli che ci sono: e almeno per un minuto forse perfino gli altri avvertono da lontano il rimpianto di aver cambiato strada. Tra le note riconosci perfino un Tony Renis d’annata, «Quando, quando quando»: e ogni allusione non è detto che sia puramente casuale.