di Luca Amodio
AREZZO
E’ stata Arezzo la tredicesima tappa di "Una vita da social": la campagna in itinere realizzata dalla Polizia di Stato in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e il sostegno di Google per un uso consapevole dei social e soprattutto del web in generale. Il progetto di sensibilizzazione è dedicato a tutti i ragazzi delle scuole medie e superiori: i cosiddetti nativi digitali che immersi nelle dinamiche nei nuovi media spesso non ne conoscono però le insidie. Ed è qui che si inserisce l’idea di Una vita da social: sensibilizzare e prevenire rispetto ai rischi connessi all’utilizzazione della rete da parte dei minori.
L’iniziativa si è svolta ieri mattina, dalle 9 alle 13, in piazza San Jacopo dove gli agenti della Polizia postale e delle comunicazioni a bordo di un super truck allestito ad aula multimediale hanno incontrato studenti e insegnanti per confrontarsi sui temi della sicurezza on line con un linguaggio semplice ma esplicito. Presenti anche le donne e gli uomini della Stradale che con uno stand ad hoc hanno anche dedicato agli studenti delle pillole sulla sicurezza ed educazione stradale.
Non sono mancati anche momenti di confronto su quelli che sono i reati a sfondo discriminatorio dove i ragazzi di diverse scuole dell’Aretino hanno potuto dialogare con il personale dell’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori del dipartimento della pubblica sicurezza.
"I ragazzi hanno parlato con i nostri esperti e così abbiamo illustrato i rischi e le insidie presenti quando utilizzano i social network - ha sottolineato il questore di Arezzo, Maria Luisa Di Lorenzo che ha presentato il progetto alla stampa e agli studenti - i giovani di questa età assorbono molto questi concetti e l’auspicio è che loro diventino ambasciatori di questi insegnamenti anche con i loro genitori ed amici".
Sui fenomeni a cui vanno incontro i ragazzi che utilizzano il web è intervenuta la dirigente Lorena La Spina. "Abbiamo due fenomeni di reato ricorrenti tra i ragazzi e in incremento in tutta la regione - ha commentato la dirigente del Centro operativo sicurezza cibernetica per la Toscana, Lorena La Spina - parliamo delle estorsioni sessuali, commesse attraverso le rete che colpiscono i minorenni, e la diffusione illecita di immagini e video particolarmente espliciti, che noi conosciamo come revenge porn". Ecco allora che l’iniziativa della Polizia di Stato assume un ruolo a dir poco importante nell’educazione di ragazzi e ragazze. "Un momento importantissimo e un’iniziativa preziosa quella della Polizia di Stato - commenta il prefetto di Arezzo, Maddalena De Luca - oggi è stato utilizzato il linguaggio dei ragazzi per sensibilizzare loro sull’uso consapevole dei social".