I due Vannozzi contesi: Colcitrone e Porta del Foro ai ferri corti per padre e figlio

Dopo il ritorno di Alessandro in rossoverde parte l’assalto al figlio Filippo. La Chimera fa le barricate dopo le offerte a Parsi e Rossi: la Chimera chiede un indennizzo

Alessandro Vannozzi

Alessandro Vannozzi

Arezzo, 25 gennaio 2020 - Si racconta che alla fine degli anni Ottanta l’accordo già scritto tra Porta Crucifera e Porta del Foro per rimodellare i confini saltò per una battuta di troppo davanti al Caffè dei Costanti: «Vieni che ti offro un caffè. Adesso qui è casa mia...», disse l’allora rettore cruciferino a quello chimerotto. Mesi di trattative e reciproche concessioni finirono quando tutto sembrava fatto: il tempo di mandar giù una tazzina e parole rimaste più che mai indigeste.

Oltre trent’anni dopo si parla ancora di confini e la zona contesa è sempre quella di piazza San Francesco. Stavolta, però, al posto del caffè c’è la famiglia Vannozzi (e non solo) che sta alzando il livello della tensione tra i due quartieri a nord della città. Mettendo a repentaglio anche il lavoro di conciliazione portato avanti dall’assessore Gamurrini e dai rettori per chiudere le infinite dispute sui territori dei quartieri.

Allo stato attuale Porta Crucifera offre piazza San Francesco in cambio dello spostamento del limite esterno da via Buonconte da Montefeltro a viale Santa Margherita, Porta del Foro ribatte lasciando San Francesco agli avversari e chiedendo in cambio la totalità di piazza San Domenico. Ma c’è il caso Vannozzi, sarebbe meglio dire «i casi», che stanno diventando una ferita aperta nei rapporti tra le due dirigenze.

Prima Alessandro che ha lasciato con qualche ruggine lo staff giallocremisi per accasarsi a Colcitrone, anche se con un ruolo che, anche nelle interviste, vorrebbe essere defilato rispetto a quello dell’allenatore Alessandro Barbagli. È chiaro però che un personaggio con il curriculum di Alessandro Magno farà fatica a nascondersi e a non vedersi attribuire pregi e difetti del lavoro su titolari e riserve. In più c’è il giovane figlio Filippo, sedici anni e la prospettiva di debuttare a giugno sulla lizza di piazza Grande.

È un dilemma non facile da affrontare: padre e figlio avversari in Giostra o nello stesso quartiere? Se ufficialmente Filippo non vorrebbe muoversi, dietro le quinte la verità è l’esatto contrario. E proprio da qui ripartono le schermaglie di mercato che, dalla fine della Giostra non sono di certo mancate. Vannozzi junior ha un accordo con Porta del Foro fino al 31 dicembre 2021 e per liberarlo la dirigenza di San Lorentino non è disposta a fare sconti.

Si parla di una cifra che non è troppo lontana da quella incassata per Andrea Carboni qualche anno fa, anche se Filippo non ha ancora mai galoppato sulla lizza di piazza Grande per questioni anagrafiche. Un irrigidimento che nasce dalle molte trattative intavolate di recente: nei mesi scorsi sono stati contattati Davide Parsi e Francesco Rossi, lo scorso anno Gabriele Innocenti è stato a lungo corteggiato, prima del passaggio (senza corrispettivo) di Adalberto Rauco.

Questioni che non favoriscono un dialogo che non sia accompagnato da un significativo indennizzo economico. Alessandro Vannozzi se lo è sentito dire chiaro: se il giovane di casa vuole seguire il babbo, nessun problema. La prima regola del mercato è che chi vuol cambiare aria non può essere trattenuto contro la sua volontà. Si arriverà dunque a una (faticosa) mediazione. Ma non basterà un caffè