"Hai saltato la fila", "Lady Etruria bugiarda" Boschi e Scanzi, aretini alla guerra dei vaccini

L’ex ministra attacca a spada tratta il giornalista. "Considerava il coronavirus un’influenza, ora per paura va fuori dalle regole". Lui secco: "Solo menzogne, tutto alla luce del sole e cristallino. Ad Arezzo la odiano". Procura, fascicolo ancora non assegnato

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di Dory d’Anzeo

Andrea Scanzi e il vaccino con AstraZeneca, la polemica continua e – prevedibilmente – coinvolge anche la politica. Se dalla Lega i deputati Virginio Caparvi e Paolo Tiramani chiedono al ministro Speranza di "verificare le modalità con le quali, nella Regione Toscana, viene gestito l’ordine delle priorità nella somministrazione del vaccino anti-Covid, anche con riguardo alle liste cosiddette di riservisti", da Italia Viva è Maria Elena Boschi a lanciare i suoi strali contro il giornalista e scrittore. Un duello tutto aretino, l’ultimo di una lunga serie, che stavolta però non riguarda questioni strettamente politiche ma personali.

È al veleno il post pubblicato ieri mattina dall’ex ministra sulla sua pagina Facebook: "C’è un giornalista pagato dalla Rai, dal Fatto Quotidiano e da La7 per insultarci costantemente in tv. Si chiama Andrea Scanzi. La sua volgare mediocrità non merita commento. Ma ciò che io trovo vergognoso è che Andrea Scanzi, già sostenitore della tesi ‘il corona virus è solo un raffreddore’, si sia vaccinato in Toscana, non solo saltando la fila ma mettendo insieme una squallida lista di bugie".

Sulle presunte bugie di Scanzi, l’onorevole Boschi sembra non avere dubbi: "Ha detto che doveva fare il caregiver dei suoi genitori e vorrei capire quando, visto che è sempre in giro. Peraltro i suoi genitori fortunatamente stanno bene. Ha detto che si è iscritto a una lista di riserva e si è scoperto che la lista semplicemente non esisteva. Ha detto di aver rispettato le regole quando invece le ha violate in modo squallido, mentendo a tutti. Si dice: ma le regole in Toscana sono così. No, le regole non sono così".

La replica di Scanzi, sempre via social, non si è fatta attendere e i toni sono altrettanto accesi, compreso l’annuncio di querela: "Leggo che Lady Etruria, una che in centro ad Arezzo non si vede forse dai tempi del governo Badoglio perché è riuscita in un amen a farsi odiare quasi da tutti, contribuendo eroicamente a consegnare la città alla destra e a regalarci mesi e mesi di titoloni sui giornali per avvincenti motivi bancari, mi ha dedicato parole assai affettuose.

Lady Etruria ha inanellato bugie su bugie nel suo post, nonché carinerie per le quali la ringrazio così tanto che ci rivedremo presto in altra sede".

Il giornalista prosegue, poi, difendendo a spada tratta la propria posizione, come nei giorni precedenti: "Ribadisco ogni cosa da me detta e scritta. Se avessi voluto fare il furbo non avrei dato la notizia del mio vaccino. Non avrei aspettato quasi un mese la chiamata da ‘panchinaro’. Non avrei scritto in ogni messaggio delle chat con il mio medico ‘Non sono la priorità, chiamatemi solo se proprio buttate la dose’. E non mi sarei vaccinato al Centro Affari di Arezzo, davanti a tutti, bensì in un luogo più appartato".

Una polemica, insomma, ben lungi dall’essere conclusa, nonostante Evaristo Giglio, direttore della zona-distretto Aretina-Casentino-Valtiberina abbia dichiarato che la procedura sia stata regolare, e il sottosegretario Pierpaolo Sileri abbia parlato di: "polemiche inutili, Scanzi ha dato il buon esempio". Nel frattempo, come anticipato ieri, la procura ha aperto un fascicolo ‘modello 45’ – vale a dire conoscitivo, senza indagati e senza ipotesi di reato – per capire come siano andati i fatti in occasione del vaccino somministrato a Scanzi.

Da fonti della procura si viene a sapere che, al momento, il fascicolo non è stato ancora assegnato a nessun pubblico ministero. Quando ci sarà l’assegnazione, il pm incaricato dovrà verificare se nella procedura che ha portato a vaccinare Andrea Scanzi la sera di venerdì ci sia stata qualche irregolarità. L’unica ipotesi penale, in linea del tutto teorica e da verificare – sempre da fonti della procura - potrebbe essere quella di false dichiarazioni a pubblico ufficiale. Probabilmente solo l’esito di questa indagine metterà fine alle polemiche.