"Guerra" degli infermieri: taglio interinali (-37%) da settembre. D'Urso: "Assumiamo"

Mancato rinnovo nell'area vasta del 75%, l'attacco di ordine e sindacati. "Operatori stabili al posto di quelli a tempo". "Già così carenza di personale"

Infermieri

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Arezzo, 22 agosto 2019 - «Così saltano i servizi»: Giovanni Grasso è il presidente toscano degli infermieri e davanti ai dati che gli arrivano sobbalza sulla sedia, perdendo per un attimo la calma tipica della professione. «Dal 1° settembre ci sarà un taglio del 75% degli infermieri interinali». Tagliati o meglio non confermati. Lui non li ha mai amati, perché se guidi una categoria vorresti tutti con il posto fisso.

«Però ci sono reparti che andrebbero in sofferenza». Anche perché, conferma, già a numeri pieni la sofferenza c’è lo stesso, lamentando comunque una carenza di personale. Il meno 75% è il dato della grande Asl. Il dato aretino è un po’ sotto, da settembre gli interinali scenderebbero da 66 a 42, quindi il taglio sarebbe del 37%. Che resta un tracollo. Quindi?

Dalla Asl il direttore generale Antonio D’Urso butta acqua sul fuoco, senza perdere la calma nel suo caso connaturata. «Nessun taglio: entrano i contratti a tempo indeterminato». L’aggettivo scatena la bagarre: come se per questo ci sono i concorsi e le graduatorie sono esaurite? Qualcuno pensa ad un refuso («determinato»?) altri a un’estensione generosa agli Oss, operatori socio sanitari, dei quali in effetti D’Urso parla.

«Stiamo dando un nuovo impulso al fabbisogno di personale, mettendo in pista tutte le soluzioni possibili». Sfonda una porta aperta, è chiaro che tutti preferirebbero infermieri a pieno regime a quelli da rinnovare di volta in volta. Ma il nodo è sui tempi. «Se dal primo settembre – insiste Grasso – saltano tot infermieri, dal primo ci deve essere chi li sostituisce».

Tempi drastici nei quali in effetti la Asl non entra e che per la sua controparte fanno la differenza. La Asl specifica invece chi resta («105 unità di personale assistenziale, 30 in più del settembre 2018»). Elemento che pesa ma che pare confermare il taglio in arrivo. Insieme alla spiegazione legata alle ferie. «Ferie che stanno riducendo progressivamente il fabbisogno del personale assistenziale reclutato nei mesi estivi per garantire il diritto di tutti i dipendenti alle vacanze». Ma le date per l’ennesima volta dividono. «Le ferie – insiste Grasso – si concludono il 30 settembre, non il primo».

Sul piede di guerra anche il sindacato Nursind. «Un taglio unilaterale deciso dall’azienda mentre l’organico è sotto di 230 unità e quasi un terzo del personale non è operativo al 100%». Un nervo scoperto. Gli infermieri, dicono sindacati e ordine, sono comunque pochi rispetto alle esigenze. Il dato complessivo non basta, perché se in un reparto ne togli due quello va sotto anche se la media funziona.

«E poi hanno un’età media di 52 anni e il 30% soffre di problemi fisici». Una sfida all’ultima cifra: tra i suoi effetti spezza la luna di miele tra il personale, o almeno i suoi rappresentanti, e il nuovo direttore generale. Che si perdono di colpo, nell’opaco mare di agosto.