Green pass, prova del fuoco per bus e treni

Da oggi obbligatorio, sfida dei controlli. E scatta la carta verde rafforzata: 5338 under 19 non vaccinati costretti all’asse scuola-casa

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di Alberto Pierini

Altro che decreto, pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale o simili: la storia del Green pass rafforzato è cominciata nel momento in cui la titolare del Bar Baradero alla Catona ieri ha attaccato al vetro l’annuncio. "Dal 6 dicembre obbligo di esibire il super Green pass". Nel cartello, messo a disposizione dalla Confesercenti, anche i dettagli operativi. "Nessun obbligo per chi utilizzi gli spazi esterni e il bancone". E la carta verde va.

Il sei dicembre, per i distratti, è oggi. E la prova del fuoco vera, paradossalmente, è quella del Green pass tradizionale. Perché si allarga oltre ogni precedente applicazione. Da oggi è obbligatorio anche sugli autobus e sui regionali. Come dire tra la folla degli studenti e dei pendolari. Finora erano stati esentati, per lo stesso motivo che oggi pone problemi: i controlli. Autolinee Toscane ha rafforzato i controllori: 40 su tutta la Toscana. Meglio ma considerando l’ampiezza della regione significherà che ai soliti 3 o 4 se ne aggiungeranno al massimo due: difficile fare miracoli. Le forze dell’ordine sono mobilitate: l’ordinanza firmata dal questore chiede a tutti di scendere in campo e di garantire una rete robusta. I dati sulle multe poi saranno inviati alla Prefettura, che tra i suoi ruoli avrà quello di riferire periodicamente al ministero sull’evoluzione della sicurezza.

E da oggi, dicevamo, avanti il Green pass rinforzato: legato solo ai vaccini, la strada dei tamponi rimane ormai per il lavoro e per i mezzi pubblici e poco più. E’ forse l’ultima spallata per convincere chi è refrattario a farsi sotto. Qualcuno lo fa: ieri mattina al camper della Misericordia e della Asl al Prato, pur messo in una posizione quasi invisibile, in sette hanno ricevuto la prima dose e in tutto una cinquantina sono stati vaccinati. Ma ancora siamo lontani. Un esempio: chi resta con il cerino in mano sono tanti ragazzi tra i 12 e i 19 anni, quelli che tutto vogliono dalla vita meno che ridursi al’asse unico tra casa e scuola.

Eppure è quello che gli resta. Sono, in base ai dati Istat, 5338 i giovani di quieta fascia a non aver ricevuto neanche la prima dose. Probabilmente non per scelta ma perché rimasti indietro. Da oggi niente più cinema, niente più stadio, niente più ristorante o pizzeria, niente bar se non per consumare qualcosa al bancone.

C’è di peggio nella vita e i nostri nonni e genitori ne sanno qualcosa: però è diverso quando un’esclusione tocca a tutti e quando vedi il compagno, l’amico, perfino la fidanzata o il fidanzato poter permettersi tutto quello che a loro è proibito. Del resto a questo punto, con i contagi in salita, resta l’ultima ciambella per evitare di richiudere tutto. E da oggi i dati sulle prenotazioni diventano decisive per capire l’effetto della stretta. Intanto iniziano le prenotazioni per i più piccoli, quelli dai 5 agli undici anni. Per loro il cinema e lo stadio continuano: l’ultima beffa per gli adolescenti.