Gioco d’azzardo: numeri da brivido al Serd

A Sansepolcro in quindici sono già in cura presso i servizi del servizio dipendenze Asl. La maggior parte sono pensionati e per lo più donne

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di Claudio Roselli

Quello della dipendenza dal gioco è un fenomeno che non risparmia nemmeno la Valtiberina Toscana. Dati alla mano, sono 15 le persone che si sono rivolte al Serd, con le donne in maggioranza rispetto agli uomini. E anche in questo caso c’è il timore che sia stato rispettato il trend nazionale, ovvero che ad aver chiesto aiuto ai servizi sia stata una minima parte del totale. In Italia, soltanto 24mila persone su un milione e mezzo lo fanno, vuoi perché non sanno dell’esistenza di questi servizi, vuoi perché sono assaliti dalla vergogna. Ecco allora che nei giorni scorsi il Serd Valtiberina ha organizzato l’iniziativa dal titolo "Scommetti su di te", nell’ambito di una precisa campagna di sensibilizzazione che vede in prima linea anche i sindacati dei pensionati con tutte e tre le sigle. Per quale motivo? "Perché questa è la fascia di età nella quale abbiamo riscontrato più casi – dice il dottor Marco Baldi, coordinatore comprensoriale del servizio dipendenze – trattandosi di persone che hanno messo da parte soldi, che ogni mese ricevono la pensione e che hanno più tempo libero a disposizione. "Gratta e vinci" e "Lotto" i giochi ai quali si danno di più, compresi quelli più "targettizzati" per una categoria che purtroppo meglio di altre si presta anche a furti e raggiri. Ogni giorno arrivano a spendere anche 100 euro. Il lockdown aveva diminuito questo vizio, ma con il ripristino della normalità siamo ben presto tornati ai livelli del 2019". Baldi ricorda poi come quando qualcuno decide di rivolgersi al Serd la situazione sia già .

Molte famiglie si sono indebitate con con banche o usurai. "Abbiamo concordato con i sindacati un’azione di orientamento e accompagnamento – dichiara Baldi – e qui in Valtiberina c’è un ambulatorio per il gioco d’azzardo, nel quale si effettuano cure cliniche multiprofessionali con medico, infermiere, psicologo, assistente sociale ed educatore e dove si attivano le collaborazioni con la rete di sostegno territoriale. Il disturbo è curabile e guaribile, ma è importante una diagnosi precoce che permetta un pronto accesso alle cure specialistiche, riducendo le sue complicanze economiche, sociali, familiari e lavorative". Il progetto "non per azzardo ma per vita" dei servizi dipendenze della Asl Sud Est, coordinati da Marco Becattini e finanziato dalla Regione, intreccia una rete di realtà locali impegnate nello sviluppo del pensiero critico dei cittadini.

"Trovarsi imprigionati in questo genere di dipendenza non è difficile – conclude il dottor Baldi – e allora rivolgo l’appello di non vergognarsi nel chiamare il Serd e di farlo subito, perché altrimenti potrebbe essere troppo tardi".