Giani: "Perché mi sono dimesso. Francesco? Un padre". "La mia vita con tre Pontefici"

L'ex comandante affida ad un organo di stampa vaticano le sue reazioni. "La vergogna per quel documento uscito è anche mia: indagini in corso"

Domenico Giani

Domenico Giani

Arezzo, 14 ottobre 2019 - Domenico Giani ha affidato le sue emozioni alla scelta difficilissima compiuta ad una intervista su uno dei mezzi di stampa vaticani, il Vatican News.

"Gli eventi recentemente accaduti hanno generato un grave dolore al Santo Padre e questo mi ha profondamente colpito. Sono trascorsi 15 giorni dalla pubblicazione del documento che era stato inoltrato ad uso interno esclusivamente per Gendarmi e Guardie Svizzere.

Come indicato nel comunicato della Sala Stampa del primo ottobre, è in corso un`indagine e le persone coinvolte sono state raggiunte da un provvedimento amministrativo.

L`uscita di questo documento, pubblicato da alcuni organi di stampa, ha certamente calpestato la dignità di queste persone. Anche io come Comandante ho provato vergogna per quanto accaduto e per la sofferenza arrecata a queste persone. Per questo, avendo sempre detto e testimoniato di essere pronto a sacrificare la mia vita per difendere quella del Papa, con questo stesso spirito ho preso la decisione di rimettere il mio incarico per non ledere in alcun modo l`immagine e l`attività del Santo Padre. E questo, assumendomi quella 'responsabilità oggettiva' che solo un Comandante può sentire".

Lo ha spiegato ai media vaticani l'ex comandante della Gendarmeria, Domenico Giani. "Vivo questo momento difficile - ha detto Giani ad Alessandro Gisotti, vice direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione - con la serenità interiore che, chi mi conosce, sa che ha contraddistinto il mio stile di vita anche di fronte a vicende dolorose. Ho dedicato 38 anni della mia vita al servizio delle istituzioni, prima in Italia, e poi per 20 anni in Vaticano, al Romano Pontefice. In questi anni ho speso tutte le mie energie per assicurare il servizio che mi era stato affidato. Ho cercato di farlo con abnegazione e professionalità ma sentendomi, come il Vangelo di due domenica fa ci ricorda, serenamente un 'servo inutile' che ha fatto fino in fondo la sua piccola parte".

"Nel corso dei colloqui avuti con il Santo Padre in questi giorni - ha continuato - ho sempre avvertito quella paternità che ha contraddistinto lo speciale rapporto che ho avuto con lui, sin dall`inizio del Pontificato, e credo di poter dire che ciò era visibile a tutti. Ho avvertito sempre, in questi incontri, l`umana sofferenza del Santo Padre nella decisione condivisa.

Il Papa, d`altronde, conosceva però anche alcune fatiche personali che ormai da mesi stavo portando e anche un desiderio di dedicare maggiore tempo alla mia famiglia, a mia moglie e ai miei figli. Sono dunque profondamente grato al Santo Padre perché il suo attestare la mia lealtà, l`onore e la fedeltà con cui ho svolto il mio servizio, mi aiuta ad affrontare con serenità il futuro e i nuovi impegni che potrò assumere, nell`ambito delle mie competenze, dopo questa esperienza straordinaria".

"Ho avuto l`onore di servire tre Papi.  Se chiudo gli occhi, mi scorrono davanti infinite scene dei quasi 70 viaggi apostolici internazionali che ho seguito, di innumerevoli visite pastorali a Roma e in Italia e di tantissimi momenti privati con i tre Pontefici. Accanto a questo, mi piace ricordare che, sotto il mio Comando, la Gendarmeria ha sviluppato tutta una serie di attività caritative e di servizio agli ultimi come ci chiede il Vangelo".

"In occasione dell`ultima festa del Corpo, mi sono soffermato su alcune qualità che dovrebbero contraddistinguere i nostri uomini: disciplina, obbedienza, fraternità, carità e umanità. A questo desidero aggiungere l`unità nella fedeltà, nonostante alcune fisiologiche situazioni che mi hanno arrecato comprensibili dispiaceri. Il Corpo, come ho anche sottolineato in questi giorni al Santo Padre, è sano e ben preparato. Ho sempre cercato, insieme ai miei collaboratori, di formare persone che potessero essere buoni gendarmi e, con l`aiuto prezioso dei cappellani, anche dei buoni cristiani.

Sono certo che chi subentra in questo delicato incarico troverà un terreno fertile, lo stesso che io ricevetti dal compianto Commendatore Cibin al quale dedico un deferente ricordo. Un ultimo pensiero, che è pieno della mia gratitudine e del mio amore, va a mia moglie Chiara e ai miei figli Luca e Laura. Hanno sostenuto una vita piena di soddisfazioni ma anche di grandi sacrifici e rinunce.

La Provvidenza, cui faccio sempre riferimento, nonostante il momento di incertezza anche personale che sto vivendo, ci indicherà la strada che certamente è quella del Signore", ha concluso l'ormai ex comandante della Gendarmeria vaticana.