Ghinelli si riprende Arezzo: piega Ralli di 9 punti, festa tra brindisi, cori e tricolori

Il «taci taci» diventa lo slogan del centrodestra. La processione con in testa sindaco e bandiere scala Palazzo Cavallo. L’euforia tra i leader della coalizione

La scalata di Palazzo Cavallo

La scalata di Palazzo Cavallo

Arezzo, 6 ottobre 2020 - «Siamo tanti siamo belli e si vota per Ghinelli» canta a squarciagola la guardia scelta del sindaco nella curva dello «stadio Guido Monaco». E’ pieno il punto elettorale ma sono molti di più quelli che affollano strada e marciapiede nel tiepido lunedì di inizio ottobre nel quale Alessandro Ghinelli ha tagliato a braccia levate il traguardo del secondo mandato.

Vittoria netta, indiscutibile, che si è appalesata quando dall’avvio dello spoglio era passata poco più di mezz’ora: a un quarto delle sezioni scrutinate era già di dieci punti percentuali e di cinquecento voti il vantaggio ormai incolmabile di Ghinelli. La forbice si è sempre mantenuta su quei livelli, fermandosi alla fine sul 54,5 contro il 45,5%. Il sindaco ha mantenuto per intero il patrimonio di voti ottenuti al primo turno (appena diciotto schede in meno) mentre Ralli ne ha aggiunti duemila circa al suo bottino personale andando a pescarli nel bacino di Marco Donati e in quello di Daniele Farsetti (quest’ultimo aveva invitato a votare per lui).

L’entusiasmo è dunque alle stelle nel campo del centrodestra, premiato stavolta da una città passata strutturalmente al centrodestra e non anche dagli errori del centrosinistra come era avvenuto in occasione dei precedenti ballottaggi, una conferma piena del voto che alle Regionali aveva issato Susanna Ceccardi non lontana dalla soglia della maggioranza assoluta.

E tutte le anime della coalizione si sono date appuntamento in via Guido Monaco tra applausi e hurrà per Ghinelli, l’inno d’Italia cantato a gran voce e il «taci taci» virale del dibattito su Teletruria diventato lo slogan principale della giornata. Una sorta di nemesi dopo che il centrosinistra aveva cercato di sfruttare negli ultimissimi giorni della campagna elettorale. Esultano tutti i big. Felice come una pasqua Francesco Macrì, uno dei grandi registi della vittoria: «Fdi come i comunisti di un tempo, noi casa per casa a cercare i voti».

Brinda la Lega davanti ai Costanti con le grida di giubilo di Tiziana Nisini, Marco Casucci e Alessandro Casi; gongolano Lucia Tanti e Simone Chierici che hanno portato la lista civica OraGhinelli ad altezze importanti. «Che ansia - confessa Chierici - temevo il ballottaggio perché non si sa mai, anche se ero convinto della nostra forza».

Non manca all’appuntamento Bernardo Mennini con Maurizio D’Ettore e gli altri di Forza Italia; e non sgarrano neppure i big del centrodestra di inizio anni Duemila: c’è Luigi Lucherini, c’è Grazia Sestini. Ci sono Tiziana Nisini e l’ex assessore Marcello Comanducci, Alberto Merelli e Francesco Francini, Franco Scortecci e Simone Palazzo, Giovanna Carlettini, Giacomo Cherici e Paolo Bertini.

Tutti, anche se qualche nome sfugge al cronista. Insomma, è un tripudio pur se il clima non può naturalmente essere quello del 2015: allora fu una clamorosa esplosione di gioia dopo un successo inaspettato, stavolta la felicità è mediata dal fatto che il centrodestra partiva strafavorito. Ma le modalità sono le solite.

Spunta una bandiera tricolore dal fortino di via Guido Monaco ed è il bianco rosso e verde a guidare la processione, sindaco in testa, che parte da San Francesco, sale da via Cesalpino al grido di «taci taci» e approda nella piazza del Comune. Dove continua a sventolare il vessillo di Alessandro Ghinelli.