Fredy, no del Vescovo: "Reagire uccidendo non è nella nostra identità: e gli applausi..."

Ladro ucciso, Fontana prende le distanze. "Due vittime: chi muore e chi rischia di essere bollato. Marce? I sindaci le facevano contro la pena di morte". "Paure indotte"

Il Vescovo Riccardo Fontana

Il Vescovo Riccardo Fontana

Arezzo, 5 dicembre 2018 - Non sta con Fredy: o meglio sì, perché da pastore e da Vescovo anche quello è il suo posto, ma non fino ad applaudirlo perché ha ucciso. E Riccardo Fontana come sempre non ha paura di andare controcorrente «A volte ho l’impressione che a venir meno sia il timore di Dio».

Un concetto tutto interno alla chiesa? «No, anche quello fa parte integrante della nostra identità, certo cristiana»

Cosa non va in questa vicenda che ha scosso la Valdichiana e le coscienze? «In generale il male non si combatte con un male più grande: reagire uccidendo non fa parte della nostra identità cristiana»

Ma qui c’è la paura di ritrovarsi di fronte un ladro.. «Certo e non sono qui a mettere in croce un uomo che ha avuto paura e che è vittima lui stesso di questa vicenda»

Però? «Però da qui ad applaudire chi uccide o a indicarla come la soluzione ideale a queste situazioni ce ne corre»

Ma la paura non giustifica il gesto? «Un altro fronte sul quale dovremmo riflettere: siamo certi che a volte non si crei un circuito di paura più grande di noi e più grande di chi poi reagisce sparando?»

Una paura indotta? «Beh, diciamo in generale che esiste una tendenza a proporre soluzioni facili per le cose difficili»

E alla fine a pagare è chi si ritrova nel mezzo? «Esatto. Paga carissimo chi perde la vita, anche se con la gravissima responsabilità di aver tentato un gesto orrendo, un furto entrando con un piccone.Ma paga altrettanto caro chi spara e si ritrova sulla coscienza un macigno».

Però potrebbe essere scagionato.. «Sì, ma finisci per rimanere marchiato da queste cose, qualunque sia la sentenza dei giudici»

Però la legittima difesa è un valore oltre che un diritto.. «Sì, la legittima difesa della vita: ma nella nostra cultura non c’è la difesa fai da te di tutto, dai beni al resto. Sennò paga anche chi spara»

Eppure la gente applaude e marcia per lui.. «Si strumentalizza un povero cristiano che in un momento di paura suscitata da cause a volte più grandi di lui ha sparato: ma alla fine gli si fa del male»

Eppure ci sono anche dei sindaci dalla parte del suo gesto.. «E’ la cosa che fatico di più a capire. Arrivo a comprendere la paura, l’istinto, la volontà di difendersi. Ma sono le stesse fasce tricolori, in generale, che in altre situazioni hanno marciato contro la pena di morte. Sono solo io a vedere un paradosso tra quelle marce e queste per applaudire chi, sia pur sotto l’effetto di un attacco e della paura, ha sparato?»

Come se ne esce? «E’ necessario non fermarsi ad un commento di pancia ma riflettere a fondo: e nel caso dei cristiani ritrovare il filo di un’identità profonda e che non possiamo perdere»

E il timore di Dio.. «Quello soprattutto».