Film sul fascismo, la preside: "Tutto in regola"

Emilia Marocco respinge le critiche sulla proiezione del documentario "Marcia su Roma" in orario scolastico: "La politica non c’entra"

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di Claudio Roselli

"A nome mio e dell’istituto che rappresento, non intendo replicare alle accuse di politicizzazione della didattica, che ritengo totalmente infondate". Risponde con il sorriso sulle labbra, ma anche con la piena consapevolezza nella bontà del suo operato, la professoressa Emilia Marocco, da settembre nuovo dirigente del liceo "Città di Piero" di Sansepolcro. L’interrogazione al ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, presentata dall’onorevole Chiara La Porta di Fratelli d’Italia dopo la proiezione del docufilm "Marcia su Roma" di Marx Cousins nella mattinata dello scorso 29 novembre al cinema Nuova Aurora (riservata ai soli frequentanti delle classi quinte di tutti gli indirizzi del "Città di Piero"), non l’ha minimamente scomposta. Come già sottolineato, il motivo che ha scatenato la reazione di Fratelli d’Italia è stata la foto dell’attuale capo del governo, Giorgia Meloni, comparsa nella parte finale della pellicola del regista irlandese e vista dagli esponenti del suo partito come un chiaro accostamento al periodo fascista.

"Lo faccio nel rispetto delle nostre studentesse, dei nostri studenti e dell’intera popolazione scolastica", ha poi aggiunto la preside, lasciando implicitamente capire che la presenza in sala degli insegnanti è stata la garanzia numero uno per gli stessi ragazzi. "Il liceo Città di Piero rimane invece costantemente e felicemente a disposizione del ministro qualora necessitasse di specifici chiarimenti – ha infine rimarcato la professoressa Marocco – e qualora necessitasse di conoscere direttamente l’alta qualità di un’impostazione didattica che l’indagine nazionale di ‘Eduscopio’ ha riconosciuto, anche quest’anno, come miglior offerta formativa della provincia di Arezzo in tutti i suoi indirizzi di studio". In altre parole, nessuna propaganda partitica all’interno della scuola, come le regole stesse impongono. In merito alla questione ha poi preso posizione anche l’Arci di Arezzo con una nota piuttosto decisa: "Il problema non sta nel fatto che una così giovane parlamentare, perdonabile per l’eventuale scarsa dimestichezza con la storia, si occupi di cose localistiche. Il fatto più preoccupante è che autorevoli organi dello Stato, ad altre attività preposti, si permettano di intromettersi a limitare la libertà di insegnamento, per fortuna ancora oggi riconosciuta nella nostra Repubblica".