Fiera, niente centro: "inchiodata" al Prato

Respinto dal tavolo della sicurezza anche il nuovo percorso con 206 banchi. Sabato nel parco, doccia fredda per espositori e commercio

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La Fiera resta inchiodata al Prato: il parco storico, la tradizionale location di settembre a causa della concomitanza con la Giostra, per la prima volta nella storia si ritrova ad ospitare l’evento per tutta l’estate. O forse no. Di sicuro sabato ci sarà il bis, all’apertura dell’edizione di luglio: poi in vista di agosto la partita si potrebbe anche riaprire.

Una doccia fredda. Per buona parte degli espositori, che già pregustavano il ritorno nel tradizionale scenario del centro, e per il commercio. A giugno, per il debutto dell’Antiquaria dopo il lockdown, in tanti non avevano neanche aperto di domenica. Ed erano rimasti chiusi tutto il giorno alcuni di quei locali storici che alla Fiera legano da sempre una parte delle loro fortune: a cominciare dai Costanti. Quasi surreale vedere il bar di San Francesco chiuso fino alle 17, e non per l’antiquaria ma per la classica movida.

Le ragioni del no emerso dal tavolo sono quelle della sicurezza e del mantenimento delle distanze sociali. L’incontro era stato preparato in tutti i dettagli. La settimana scorsa era risultato insufficiente un percorso che prevedeva circa 250 stand. Stavolta erano stati ridotti a poco più di duecento. Un tetto che in pratica avrebbe significato rimandare indietro una buona parte degli spuntisti, un mese fa arrivati in massa all’evento aretino, riproposto con coraggio qui prima che nelle altre città.

Ma ci sono stati ostacoli giudicati insormontabili. Tra i punti critici le Logge, malgrado ci fosse stata una riduzione a 27 banchi tra dentro e fuori, togliendo tutti i tavoli dei ristoranti. E ancora via Cavour e altri punti caldi del percorso. Una piantina che già prevedeva una sola fila di banchi in via Guido Monaco e il prolungamento sul Corso, fino a San Michele. E rafforzando la presenza in strade più spaziose, come ad esempio via Ricasoli.

Forse la quadra si sarebbe potuta trovare riducendo ulteriormente i banchi ma a quel punto è chiaro che non sarebbe stata più la Fiera. E il tavolo in Prefettura per ora ha rimandato tutti al Prato.

Inevitabile la reazione delle associazioni. "Siamo molto delusi – commenta la presidente di Confcommercio Anna Lapini – perché ci avevamo creduto: la nostra intenzione non era certo quella di non rispettare le regole di sicurezza, ci teniamo più di tutti, ma di ridare fiato all’Antiquaria e alle attività che intorno a lei crescono". Sulla stessa linea anche Valeria Alvisi della Confesercenti. "Ci contavamo parecchio: non è un vezzo ma il centro senza la Fiera va in sofferenza. Pensavamo quasi di avercela fatta, è andata male". Sulla stessa linea Luciano Peruzzi, che con passione aveva posto il problema insieme a Mauro Burzi dell’Associazione Vasari.

La richiesta era stata appoggiata da una petizione, corredata da centinaia di firme. A questo punto? C’è già un atto ufficiale che concentra la Fiera al Prato fino all’edizione di settembre. Quindi in teoria solo ottobre potrebbe essere il mese del ritorno a casa: ma è anche probabile che la richiesta di anticipo venga rinnovata, magari forte dei dati, ove si stabilizzino sul sostanziale azzeramento attuale. Intanto slitta anche la Notte bianca, che a questo punto sarà limitata al 1° agosto, e dovrebbe slittare anche il primo giovedì di chiusura del traffico, non più al 2 luglio ma forse al 9 o al 16. Per la Fiera la rotta unica resta quella del Prato: il centro per ora può attendere.