Fabio, meccanico a 94 anni: così sfido il tempo

Classe 1927, guida anche il carroattrezzi, gli hanno appena rinnovato la patente. "Andavo a scuol a piedi a Tegoleto, ho aiutato gli inglesi nel '44"

sabbioni

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Arezzo, 4 febbraio 2021 - Con i suoi 94 anni da compiere, Fabio Sabbioni classe 1927 è un meccanico in piena attività. E nonostante per lui l’età della pensione sia arrivata da un pezzo, incurante di chi opta per scivoli, finestre e pre ritiri, continua senza sosta il suo lavoro nell’officina meccanica di via Giambattista Vico ad Arezzo. Il suo pane quotidiano sono motori e avviamenti. Mani sporche e attrezzi del mestiere in tasca, riceve ogni giorno i clienti della sua auto officina risolvendo problemi e aggiustando macchine e motori di ogni modello. Così nell’anno della pandemia da Corona virus, quello che ha colpito pesantemente intere generazioni di anziani nonni, costringendoli a casa per evitare contagi, Fabio Sabbioni, a 90 anni e spiccioli è andato contro corrente, rimanendo saldo alla guida della sua attività.

Lo storico meccanico di Pratacci infatti non sa nemmeno cosa sia lo smart working salito alla ribalta in tempo di Covid, e attrezzi del mestiere alla mano, continua a svolgere il mestiere che fa da decenni senza battere ciglio. Anzi, è convinto che sia proprio il lavoro a mantenerlo in piena forma. E fresco di rinnovo della patente, continua imperterrito a guidare anche il carro attrezzi con cui recupera qua e là auto in panne. Un traguardo da guinnes il suo, che lo vede alzarsi di buon’ora ogni mattina per recarsi in officina. Meccanico di generazioni di aretini, conosciuto da intere famiglie per aver messo le mani sulle auto di nonni, babbi e nipoti, qual è il suo segreto? “Il lavoro è la mia forza e quello che mi ha tenuto in forma tutti questi anni”, dice Fabio Sabbioni, “alla mia età del Covid non ho paura, anzi, nell’ultimo anno ho fatto vari tamponi sempre negativi”.

“Ho cominciato a lavorare piccolissimo. Sono nato nella fattoria di Spoiano dove lavorava mio padre, mia madre coltivava un terreno e aveva anche le mucche, io andavo a scuola a Tegoleto e facevo 3 chilometri a piedi. Ogni giorno tornando andavo nei campi ad aiutare mia madre. In tempo di guerra nel ‘44 e nel ‘45 sono andato a lavorare per gli inglesi che scaricavano le munizioni dai camion lungo le strade della Valdichiana”. Ma Fabio Sabbioni nato il 27 ottobre del 1927, ha da sempre la passione per il mestiere di meccanico, quello che fa da una vita. “Ho iniziato come apprendista prima e dipendente poi – racconta – il mio titolare aveva una concessionaria Ford e quando l’ha lasciata, l’ho rilevata insieme ad un socio con cui dal ’58 al ’79 ho lavorato. Nel ‘65 quando ha aperto l’autostrada ci siamo occupati anche del soccorso stradale. Un lavoro che ho fatto per 35 anni tra Valdarno e Valdichiana per conto di Autostrade. Avevamo aperto un’officina proprio all’uscita del casello di Arezzo. E proprio lì, al posto di quell’officina che non c’è più mia figlia ha aperto un albergo”. Il meccanico Sabbioni, vedovo dal 2016, ha una figlia e due nipoti e nonostante da anni sia tecnicamente in pensione, continua il suo lavoro quotidiano all’officina che gli è rimasta in via Giambattista Vico ad Arezzo.

“Da molti anni ho un’officina a Pratacci dove abito – spiega – sono solo a lavorare, ma è proprio il lavoro la mia forza. Ancora guido il carro attrezzi, mi hanno appena rinnovato la patente per i prossimi due anni. Mi capita di andare a Firenze, a Bologna, il mese scorso sono stato a Senigallia, questo lavoro ce l’ho nel sangue e il segreto è non fermarsi”.