Export in ripresa: Prada traina la risalita della moda, i gioielli limitano le perdite

I due settori strategici dell'industria aretina determinanti nel terzo trimestre del Monitor Distretti della Toscana, con un calo contenuto al -8,7%

Un'operaia al lavoro (ImagoE)

Un'operaia al lavoro (ImagoE)

Arezzo, 26 gennaio 2021 -  Nel terzo trimestre 2020 le esportazioni distrettuali toscane realizzano un importante rimbalzo e contengono il calo al -8,7% rispetto al trend mostrato nel 1° trimestre (-14,2%) e nel 2° trimestre (-48,7%). Come spiega il Monitor dei Distretti della Toscana realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, nei primi nove mesi del 2020 le vendite all’estero dei distretti toscani segnano complessivamente 11,5 miliardi di euro, con una riduzione del -25% ma con un recupero nel 3° trimestre abbastanza diffuso grazie a 8 distretti sui 20 monitorati che sono tornati a crescere.

Tra le province che presentano specializzazioni distrettuali, nel 3° trimestre si distinguono con risultati positivi il territorio di Lucca (+21%), grazie in particolare alla Nautica di Viareggio e all’Olio toscano, la provincia di Pistoia (+10%), trainata dal Florovivaismo, e la provincia di Siena (+12%), grazie soprattutto all’Olio toscano e alla ripresa della Camperistica della val d’Elsa.

Il sistema moda si conferma come il comparto più rilevante in termini di esportazioni, ma anche quello che ha maggiormente sofferto degli effetti della crisi in corso perché più impattato dalle misure di contenimento che hanno imposto la chiusura delle realtà produttive nei mesi primaverili, la limitazione agli spostamenti e la contrazione dei flussi turistici, insieme alle restrizioni ancora presenti nella componente a valle della distribuzione.

Tuttavia, i distretti del sistema moda, dopo un 1° semestre particolarmente penalizzante (-38,8%), hanno contenuto il calo del 3° trimestre al -15,2%. A questo risultato hanno contribuito in particolare i distretti aretini della Pelletteria e calzature e del Tessile e abbigliamento, che nel 3° trimestre hanno ottenuto una crescita nelle esportazioni rispettivamente del 45,9% e del 49,5%, grazie ai progressi registrati soprattutto in Cina e probabilmente per effetto anche di politiche distributive e del completamento di investimenti logistici di un primario operatore dei distretti.

Anche il distretto della Pelletteria e calzature di Firenze ha segnato un aumento significativo delle esportazioni verso la Cina nel 3° trimestre (+89%). Tra i distretti del sistema moda è interessante sottolineare il risultato del distretto del Tessile e abbigliamento di Prato, che nel 3° trimestre ha segnato un calo tendenziale delle esportazioni del -8,7%, con un rimbalzo importante rispetto al -47,8% del periodo aprile-giugno: questo andamento ha interessato sia la componente del tessile, sia la componente dell’abbigliamento.

Tra i distretti della pelletteria, invece, mostra ancora segnali di maggior difficoltà la Concia e calzature di Santa Croce sull’Arno con un calo nel 3° trimestre del -30%. Un riferimento a parte merita il distretto dell’Oreficeria di Arezzo, che risente, oltre che delle misure restrittive per il contenimento della pandemia, anche delle quotazioni dei preziosi che hanno raggiunto livelli massimi con effetti depressivi sulla domanda.

Inoltre, i consumi risentono della chiusura dei canali distributivi che non possono essere sostituiti facilmente con l’online e dell’annullamento delle cerimonie, che rappresentano un driver importante per questo settore. Il distretto ha comunque ottenuto un miglioramento nelle variazioni tendenziali ed è passato dal -76% del 2° trimestre al -24% nel periodo luglio-settembre, con il ritorno alla crescita delle esportazioni dirette verso la Francia (+11,3%) e la Repubblica Dominicana (+11,8%) e risultati in netto miglioramento anche verso gli Stati Uniti (-2%). Ancora pesantemente negativi, invece, i valori esportati verso gli Emirati Arabi Uniti e Hong Kong.

L’unico comparto che chiude i primi nove mesi del 2020 con segno positivo è quello dell’agro- alimentare, che si conferma tra i più resilienti rispetto alla crisi in corso, sostenuto dai buoni risultati del distretto dell’Olio toscano (+3,8% nel 3° trimestre, +9,4% nei primi nove mesi del 2020), che cresce in tutti i primi mercati di riferimento e soprattutto nel mercato nord-americano, e del distretto del Florovivaistico di Pistoia, che grazie alla capacità di cogliere la ripresa dei mesi estivi (+33,4%) riesce a confermare i valori di esportazioni dei primi nove mesi del 2019 (-0,6%).

Tra i mercati di destinazione spicca la crescita delle vendite in Cina (+85% nel 3° trimestre), guidate dai distretti della moda aretini, dalla Pelletteria di Firenze e dalle Macchine per l’industria cartaria di Lucca, oltre al ritorno in territorio positivo delle esportazioni verso Germania (+5,0%) e Regno Unito (+5,3%), trainate dal comparto agro-alimentare e dalla filiera del Cartario di Lucca.

I risultati emersi nei mesi estivi in termini di esportazioni testimoniano la buona capacità di reazione del tessuto produttivo distrettuale toscano; le stime sul 2020 restano comunque di un calo delle esportazioni distrettuali, penalizzate inoltre dalla recrudescenza della pandemia nei mesi autunnali. Nel corso del 2021 l’export distrettuale potrà tornare a competere e riprendere un percorso di crescita sostenuto da buone prospettive della domanda internazionale, soprattutto nella seconda parte dell’anno.

“La Toscana esprime dei fondamentali solidi, che sono la forza dei nostri distretti industriali.  Sono convinto che la situazione economica potrà recuperare appena si normalizzerà quella sanitaria, grazie al vaccino, dichiara Luca Severini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo. Nella prima fase del lockdown abbiamo assicurato alle PMI la necessaria liquidità per resistere all’impatto iniziale, concedendo 27.000 moratorie alle imprese toscane, per un debito residuo pari a oltre 4,8 miliardi di euro, oltre a più di 24.000 finanziamenti per l’emergenza Covid, pari a 2,5 miliardi di euro. In questa seconda fase le aziende si concentrano sulle azioni utili al rilancio, ovvero l’innovazione, l’internazionalizzazione, il rafforzamento del digitale, la svolta green, leve fondamentali per rispondere all’attuale contesto. Noi siamo pronti a fornire il massimo sostegno, non solo finanziario”.