Escalation positivi: picco a 800 casi 54 sanitari contagiati, più ricoveri

Non si arresta l’ondata estiva: la città torna dopo mesi sopra quota 200, la media sui tamponi tocca il 35%

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di Alberto Pierini

AREZZO

Sei comuni con un tasso di contagio minimo, 30 covid free, a casi zero nei report quotidiani. Un sogno? No, la realtà di un anno fa. Era il 9 luglio del 2021 e la ritirata del virus campeggiava come quella delle acque a Mont Saint Michel. Certo, prima che la variante Delta cominciasse a folleggiare. Ma in coda ad una calata impressionante. Un anno dopo ecco ieri il picco di stagione. Ottocento casi in 24 ore, anzi per l’esattezza 783: numeri da febbraio L’avanzata che stiamo seguendo da settimane tocca un altro record. Con un tasso di positività sui tamponi addirittura del 35%, dopo aver galleggiato per giorni intorno al 25.

Tamponi che in una provincia ancora assopita sul Covid come se fosse la solita estate tranquilla, ieri sono risaliti sopra i 2000 test. Anche questo un elemento destinato a mettere alla prova la macchina sanitaria e dei controlli. Perché è chiaro che la risposta complessiva messa in piedi nei mesi della crisi non è più la stessa: davanti a tante farmacie sono spariti i gazebo, pur rimanendo alto l’impegno complessivo, ed è solo il simbolo del clima che stiamo vivendo.

E secondo molti osservatori è solo la punta dell’iceberg. Perché proprio l’allentamento generale della tensione spingerebbe tanti a non verificare la propria positività se non addirittura a nasconderla per poter uscire prima possibile e tornare alla vita normale. Vero? Falso? E’ un elemento che ricorre in tutte le analisi nazionali ma di fatto bastano gli elementi certi a far registrare l’ennesima fase critica nella quale siamo proiettati.

E che fatalmente prende di petto anche il mondo delle corsie. A ieri il numero degli operatori sanitari positivi al Covid in tutta la Asl si attestava a 148 persone. Di queste 54 quelle che gravitano e soprattutto lavorano nella nostra provincia, alle quali se ne aggiungono 57 a Grosseto e 37 a Siena. Ma il dato senese come noto è parziale, mancando quello sulle Scotte, e limitandosi solo alla Asl.

Numeri pesanti anche se ancora non drammatici., Ma ricordiamo che vanno anche incrociati all’estate, quindi alle meritatissime ferie del personale e quindi ad una ulteriore difficoltà nel mantenere il livello delle presenze per garantire la qualità del servizio. E questo dopo non uno ma due anni pieni di grossi sacrifici e straordinari.

In un panorama che è compatto. I quasi 800 contagi in provincia sono il picco di stagione, il precedente era poco sopra quota 500. E per la prima volta da mesi i casi nel capoluogo sorpassano i 200, per l’esattezza sono 214.

Un quadro nel quale sempre oltre duecento sono gli anziani, tra cui ben cinquanta ultraottantenni: l’ennesima conferma di una attenuazione della difesa immunitaria. Spesso non rafforzata dalla quarta dose. Anche perché i medici di famiglia sono in questo momento di fronte al rebus dei primi mesi: una fiala ha sei dosi, le dosi giustamente non possono essere buttate e quindi fino a quando non trovi sei anziani disponibili sei costretto a stare fermo.

E purtroppo il dato di ieri porta con sè anche un aumento dei ricoveri. Sono tredici nei reparti ordinari e uno in terapia intensiva. Non siamo chiaramente ad un’escalation tra le pareti del San Donato, restiamo lontani dall’aumento di ospedalizzazione che sta spingendo alcune regioni, a cominciare dalla vicina Umbria, oltre le quote delle ormai vecchie e superate zone rossa e arancione.

Resta un segnale da monitorare per i prossimi giorni, anche perché ricominciano alcune forme di coinvolgimento polmonare che sembravano alle spalle. La linea classica della pandemia indica la concreta possibilità che tra la metà e la fine di luglio il picco possa essere raggiunto per poi arrivare ad un’altra fase di rallentamento.

Era la previsione negli scorsi giorni del Governatore Eugenio Giani, che già anticipava una fase di vaccinazione molto intensa per l’autunno. Un autunno al quale però stavolta rischiamo di arrivare non forti di una riposante frenata estiva ma di un ritmo serrato di contagi in ascesa. Tra le pieghe inesplorate del pianeta Covid.