
Il casale di Farneta e nel riquadro Antonio Bassolino
Arezzo, 16 luglio 2014 - Pino Petrella, ex deputato e uno dei grandi accusati, ha raccontato la sua verità al processo per il Casale Bassolino. Quello in cui lui è accusato di aver corrotto l’allora capo dell’ufficio tecnico del Comune di Cortona Alvaro Fabrizi e l’ex vicerè di Napoli, il politico che ha segnato un’epoca della Campania, di falso per alcune carte legate al villone, una ventina di stanze, piscina e grande centro relax nel seminterrato incastonato nelle campagne di Cortona. Con Bassolino, ha spiegato Petrella, eravamo molto amici: vacanze insieme e progetti comuni, tra i quali una casa. Quando i ruderi di quella che diventerà la maxi-villa vengono messi in vendita, l’allora deputato Ds si mette in contatto con Fabrizi, che ha stipulato un atto di acquisto per conto terzi e ad anticipare i soldi, anche per conto dell'allora potentissimo politico e amico. Succederà così anche in seguito: il medico paga e Bassolino ci mette il suo sostegno morale, con l’impegno che in seguito tirerà fuori anche i soldi veri. Una parte, anzi, un’ottantina di milioni, la paga davvero. Ma il vero deus ex machina è l’oncologo. Intanto l’amicizia con Bassolino si raffredda per motivi politici. A dire il vero, anche lui sostiene di non aver mai commesso irregolarità, nè tantomeno di aver corrotto qualcuno perchè chiudesse gli occhi sulle irregolarità della concessione edilizia e gli abusi. Poi la sentenza, ma solo per onor di firma: tutti i reati vanno in prescrizione alla fine di agosto. Il processo, insomma, è quasi morto, tirerà le cuoia in appello se ci arriva. Come si dice: tanto rumor per nulla.