Entra Intesa, giù le insegne di Ubi Da lunedì il cambio: 400 coinvolti

L’esodo dei dipendenti ex Etruria nel grande gruppo bancario. Faltoni (Fabi): "L’accorpamento di alcune filiali ci amareggia, soddisfatti per la valorizzazione del centro direzionale". I numeri della rivoluzione

Fabio Faltoni, segretario provinciale della Fabi

Fabio Faltoni, segretario provinciale della Fabi

Siamo ormai alla vigilia del definitivo addio di Ubi Banca. Già avevano cambiato insegna, il 22 febbraio, le filiali passate a Bper e adesso è il turno di Intesa San Paolo: lunedì 12 le ultime sedici agenzie apriranno infatti sotto il marchio del grande gruppo che in provincia di Arezzo conta pure sugli sportelli dell Cassa di Risparmio di Firenze. Nella pratica, otto filiali verranno accorpate alle corrispettive di Intesa già presenti, un piccolo sportello chiude e le altre sette resteranno autonome, andando ad aggiungersi alle circa trenta del gruppo nel territorio.

Sono quasi i cento i dipendenti UBI sono interessati da questo passaggio, ai quali si aggiungono i più di trecento del centro direzionale di via Calamandrei, compreso il centinaio di Ubiss. Di suo Intesa ha nella nostra provincia ai duecentocinquanta dipendenti e dopo la fusione l’istituto si avvicinerà ai quaranta sportelli (su un totale di 170, seguita da Mps che ne ha 30) e più di 650 dipendenti su un totale di poco meno di duemila. Si tratta insomma di un vero e proprio gigante bancario su scala provinciale, come lo sarà a livello nazionale con 80 mila lavoratori, dopo l’ingresso dei 15 mila Ubi.

"Non apprezziamo - dice Fabio Faltoni, segretario provinciale del sindacato Fabi - gli accorpamenti delle filiali, soprattutto trovandoci ancora in piena emergenza sanitaria, accorpamenti che - tra l’altro - fanno sparire la gran parte delle storiche agenzie ex Etruria, mentre siamo soddisfatti nell’essere riusciti a conservare gli uffici del polo territoriale di via Calamandrei, già ben valorizzato da Ubi, e ugualmente soddisfatti a veder internalizzare in Iintesa la società Ubiss. Ora serve un forte e duraturo progetto di affiancamento e formazione, per i lavoratori che arrivano da Ubi, La Fabi vigilerà affinché le grandi dimensioni del gruppo non siano pretesto per una gestione delle risorse umane spersonalizzata o indistinta. Il miglior servizio alla clientela passa anche, e soprattutto, dalla forza, dal coinvolgimento e dalla valorizzazione delle persone lavorano in banca".

Nel dettaglio. Su Arezzo la filialedi Pescaiola viene accorpata con Intesa alla Maestà di Giannino ma nei locali Ubi; Saione è accorpata con la sede Intesa di Via Roma ma resta aperta per un po’ come sportello distaccato e forza lavoro ridotta. I gestori private restano qui. Autonome le filiali di Via Monte Falco, Via Trento e Trieste e Olmo. Chiude il minisportello di Rigutino. In Valdichiana si accorpano le filiali di Castiglion Fiorentino (resta aperta per un po’ con forza lavoro ridotta e solo come sportello distaccato), Camucia, Foiano (nei locali Ubi) e Monte S.Savino; autonome Marciano e di Alberoro. In Valdarno accorpate Montevarchi e S.Giovanni Valdarno. In Casentino resta autonoma la filiale di Capolona come in Valtiberina Badia Tedalda.