“Emergenza educativa. Il ruolo degli adulti e l'esigenza di una nuova “alleanza educativa”

Ragazzi in difficoltà, genitori spesso distratti. È quanto emerso durante l’incontro “Emergenza educativa. Che fare?

Emergenza educativa

Emergenza educativa

Arezzo, 30 giugno 2022 - Un tema, quello del disagio giovanile, che si è sviluppato attraverso i contributi dei partecipanti, che hanno cercato di mettere in evidenza ciascuno per la propria specifica competenza ed esperienza.

Per dare risposte a questo grido di aiuto, «regole, istituzioni, sentenze e sospensioni sono un percorso ma non basta, servono adulti che diano esempio, diano certezze, diano speranze».

Aumenta l’abbandono scolastico, diminuiscono i livelli delle competenze, crescono ricoveri in psichiatria e l’uso di sostanze, sono sempre più numerosi gli episodi di bullismo, comportamenti aggressivi verso gli altri o diautolesionismo verso se stessi: il malessere di molti giovani, acuito dalla pandemia, si vede a scuola, in famiglia, nella società. Per affrontarlo serve una collaborazione e tra genitori, insegnanti, istituzioni, servono regole e buoni esempi.

Dopo il saluto del vicesindaco Lucia Tanti, che si è augurata… “un’incontro costruttivo su un tema particolarmente complesso e spero sia l’inizio per un dialogo tra gli Attori dell’Alleanza Educativa: istituzioni, genitori, Scuola, giovani e terzo settore“ il tema è entrato nel vivo, introdotto dal deputato fiorentino Gabriele Toccafondi ed ha visto la partecipazione di Alessandro Artini, dirigente scolastico e Presidente Anp, Marco Becattini, psichiatra responsabile area dipendenze ASL SE, le dottoresse Elisa Carboni ed Elisa Marcheselli, ed ha visto le conclusioni del dottor Stefano Tenti, presidente dell’ass.ne Infra Tevere et Arno che ha promosso l’iniziativa.

«Notizie che riguardano i giovani sono un fatto di cronaca quotidiano - ha detto Toccafondi - violenze senza apparente motivo, aggressioni ingiustificate, baby gang, bullismo, tentativi di suicidio, sfide che mettono a rischio la vita, ma anche anoressia, bulimia, dipendenze vecchie e nuove e che coinvolgono adolescenti ma anche bambini. Ma soprattutto un generalizzato aumento di apatia, cinismo, solitudine, non senso che circonda molti giovani. Un bambino per crescere in modo equilibrato ha bisogno di due compagni insostituibili: i coetanei, con cui può condividere esperienze reali e concrete, e gli adulti, che lo aiutino a leggere il proprio vissuto. Attualmente ciò che accumuna famiglia e scuola è la difficoltà a fungere da modello per i ragazzi, ad essere autorevoli”.

 “La nostra autostima nasce da piccoli, ed è un processo di costruzione lento e delicato – ha spiegato il dottor Becattini - fatto di traguardi e di cadute: noi genitori siamo tenuti non solo a dire "hai sbagliato devi fare così" oppure "questo non si fa", ma siamo anche tenuti a insegnare ai nostri figli come tirarsi su quando si cade, come rimboccarsi le maniche e recuperare la fiducia in se stessi dopo aver sbagliato”. Sempre più studi dimostrano che si impara molto di più sbagliando che seguendo le indicazioni proposte. Esistono emozioni primarie poiché innate e riscontrabili in tutte le popolazioni. Rabbia, paura, gioia, tristezza e sorpresa sono un esempio di queste emozioni universali. Esistono poi delle emozioni più complesse, meno primitive, che richiedono più fattori e pensieri per essere attivate: sono definite secondarie, come l’allegria, l’invidia, l’ansia, la gelosia, la speranza e non ultima la vergogna e si originano dalla combinazione delle emozioni primarie e si sviluppano con la crescita dell’individuo e con l’interazione sociale.

La vergogna è emozione secondaria ma viene considerata un fattore molto importante nello sviluppo della personalità, sia normale che patologia.

Ecco il motivo per il quale, dal punto di vista educativo e pedagogico, bisogna prestare attenzione ai rimproveri che generano vergogna e alle affermazioni che provocano imbarazzo e che mettano a disagio la persona, soprattutto se ancora in fase di costruzione e ricerca del proprio sé.

La vergogna è un’esperienza emotiva comune e dolorosa, che si manifesta frequentemente nella vita di tutti i giorni e si sviluppa con il condizionamento sociale.

La scuola è spesso «ingessata e avrebbe bisogno di strumenti in più per intervenire» afferma Alessando Artini. «La metà dei docenti soprattutto alle superiori non ha gli strumenti per riconoscere il disagio e intervenire adeguatamente perché non ha una formazione sociopedagogica, come invece hanno le maestre delle elementari». Dall’altra parte gli adolescenti “hanno bisogno di riprendere contatto con la realtà non attraverso lo schermo». Per questo in caso di sanzioni disciplinari sono utili servizi socialmente utili, come volontariato in associazioni o alla mensa della Caritas.

«Il personale docente, non è formato adeguatamente per approcciarsi a situazioni di disagio». Per questo l’ufficio scolastico regionale ha avviato un’analisi sulla dispersione scolastica in Toscana per determinare poi i fabbisogni formativi degli insegnanti. Ogni anno arrivano da «genitori assenti, insegnanti incapaci, enti distratti» arrivano 1000 richieste di aiuto e sono di genitori che non sanno come intervenire per recuperare un rapporto educativo anche in famiglia, dove prevalgono i diritti sui doveri».

Interessanti gli interventi proposti che, coinvolgono i giovani e le Associazioni che storicamente si occupano di loro, con un progetto nel 2022, finanziato dalla Presidenza del Consiglio Regionale Toscana e patrocinato dal Comune di Arezzo e promosso da Oxfam e associazioni Giovanili coordinati dalle Dott.sse Carboni e Ciarpaglini e il progetto di Educazione Civica promosso dall’associazione Intra Tevere e Arno.