
Emergenza agricoltura Raccolti dimezzati per il clima impazzito "Annata da dimenticare"
di Lucia Bigozzi
La tempesta perfetta. Agricoltura nella tenaglia del clima impazzito ma stretta anche nelle maglie di chi specula sugli effetti. In Valdichiana gli imprenditori fanno i conti con ciò che resta di colture e raccolti. Forti riduzioni nella produzione di frutta e cereali, si stima una forbice che oscilla tra il 30 e il 40 per cento e non va meglio nelle vigne dove il calo di uva sfiora il 50 per cento. "Il primo pensiero va ai colleghi dell’Emilia Romagna che hanno perso tutto. Noi abbiamo avuto forti ritardi per trapiantare le colture con la conseguenza di raccolti già fuori periodo", spiega Pietro Rampi, "storico" imprenditore che porta avanti l’azienda di famiglia e il lavoro nei 150 ettari coltivati a cereali, pomodoro da industria, cocomeri e meloni, prodotti da biomasse, aglione. Il raccolto di pomodori e cocomeri ha subito un calo "tra il 10 e il 15 per cento, più elevato per i cereali, a causa delle piogge persistenti che non hanno favorito la maturazione e l’impossibilità di trapiantare al momento giusto". Ritardi su ritardi nella filiera produttiva che per un imprenditore significano danni economici e per il cliente consegna dei prodotti fuori tempo. "Il rischio è che il cliente possa orientarsi su altri fornitori, così al danno del minore raccolto si aggiunge quello del mercato". Ma c’è un punto che Rampi non digerisce e come lui, tanti agricoltori che cercano di restare a galla in una stagione da dimenticare: "La speculazione produce danni gravissimi. I prodotti ci vengono pagati addirittura al di sotto dei costi che sosteniamo. Di questo passo dove andiamo a finire?".
Non è una buona stagione neppure l’aglione della Valdichiana. "Abbiamo una riduzione non di poco conto, che si aggira intorno al 40-50 per cento. La pioggia continua non ha favorito lo sviluppo della pianta", osserva amareggiato Rampi, "papà" dell’aglione che porta la Valdichiana e le sue eccellenze sulle tavole di tutto il mondo. Il prezzo non cambia ma quest’anno sarà più difficile trovarlo. In quadro così complicato, il rischio è che "le aziende decidano di chiudere, ma così sarebbe la fine anche delle eccellenze della nostra terra".