Economia, un'altra settimana in salita: manifattura al rallentatore, commercio di slancio

Nell’oro si possono stimare in maggio ancora un milione di ore di cassa. Negozi quasi al completo. Tornano palestre e piscine: possono riaccendere le luci da oggi

Coronavirus e lavoro: la ripartenza della fse 2 (ImagoE)

Coronavirus e lavoro: la ripartenza della fse 2 (ImagoE)

Arezzo, 25 maggio 2020 - Si apre un’altra settimana difficile per l’economia aretina, in particolare per il comparto produttivo. Eh sì, perchè parrà pure un paradosso, ma è ripartito più velocemente il commercio, che pure è stato l’ultimo a riaprire, che non la manifattura, frenata proprio da quell’export che da sempre è il suo punto di forza.

Sta di fatto che mentre negozi, ristoranti, bar & C. hanno rialzato le serrande al 90 per cento, soprattutto in coincidenza con il fine settimana della movida e delle prime cene fuori, l’industria viaggia ancora a tre cilindri, che probabilmente sono anche due. Il che significa inevitabilmente, per rimanere in metafora, battere in testa. Il quadro di un distretto dei gioielli che fatica a girare la chiave della riaccensione La Nazione l’ha già dato ieri: l’85 per cento delle 1200 aziende del settore che sono ancora chiuse, in maniera totale o parziale.

Significa ancora cassa integrazione, a zero ore oppure ad orario ridotto per 8 mila occupati diretti e altri 2-3 mila dell’indotto. Stime è difficile farne, ma si può calcolare che dei 4,5 milioni di ore di ammortizzatori sociali richiesti (non necessariamente tutti utilizzati) dalle imprese in aprile, nell’oro potrebbe restare in maggio un altro milione di ore perdute.

Un’enormità, molte più di quante se ne sfruttino in un anno di crisi, il che dà l’idea della tempesta che ha rappresentato il lockdown, nel momento in cui i gioielli viaggiavano ancora a passo di corsa, nonostante il prezzo della materia prima già a livello da record. Nella moda, dove stamani Prada riapre le porte a qualche centinaia di dipendenti che erano ancora a casa, la Fase 2 è più avanti, ma non siamo oltre il 60-70 per cento della capacità produttiva.

Tradotto in cifre equivale a circa mezzo milione di ore di cassa integrazione anche nel mese che si avvia ormai a finire. Nel complesso, su 42 mila occupati della manifattura aretina (dati della Camera di Commercio) ce ne potrebbero essere fra i 10 e i 12 mila che ancora faticano a tornare al lavoro. A proposito di riapertura, oggi tocca alle palestre, un altro settore fiorente, anche se conti di quanti siano gli addetti del settore è improbo farne.

A questo punto resta fermo quasi solo il turismo, che ricomincerà veramente a tirare fuori la testa solo il 3 giugno, con la caduta dei confini regionali. Sono altri 600 milioni di Pil, il 6 per cento, a forte rischio, con gli hotel in crisi e gli agriturismi, il vero punto di forza del settore ricettivo locale, praticamente in ginocchio. In un economia come quella aretina, però, il vero punto di forza è appunto la manifattura con la sua straordinaria capacità di esportare: l’87 per cento del Pil.

Ed è proprio questo primato che adesso rappresenta un elemento di debolezza. L’export fatica a riprendere ritmo nel mentre mezzo mondo è ancora in lockdown, in particolare per l’oro, che ha ancora chiusi Dubai, Hong Kong e parzialmente gli Usa.

Solo la Cina dà segni di ripresa vera. Il commercio, invece, che mai ha potuto contare su un apporto massicio del turismo come a Firenze, riesce ad assorbire meglio il colpo del lockdown, perchè è bastato riaprire con la clientela locale per ritrovare movimento nei negozi, nei bar e nei ristoranti.

Certo, siamo lontani (sideralmente) dal «prima». Anche il settore potrebbe lasciare sul terreno il 50 per cento del miliardo e 200 mila di Pil che rappresenta.