E45, rabbia imprese industriali e artigiane. Via alternativa, stop burocrazia

Grido d'allarme sulle pesanti conseguenze per l'economia. Ricette? "Un commissario straordinario". "Mettere subito mano alla vecchia tiberina", ma 2,6 milioni non si spendono

L'ingresso del viadotto sbarrato

L'ingresso del viadotto sbarrato

Arezzo, 17 gennaio 2019 - Il day after della chiusura del viadotto è tempestato di reazioni soprattutto sul piano economico. Le categorie vanno all'attacco. E chiedono risposte immediate.

Dalla Confartigianato arriva la protesta di Ferrer Vannetti. “Il degrado e la conseguente chiusura di un tratto importante della E45 è un problema nazionale. E’ un nodo che taglia di fatto il Paese in due, e assume una gravità enorme. Noi, come Confartigianato Arezzo, dalla provincia più direttamente colpita da questa sciagura, figlia anche di tanta incuria e disattenzione pubblica, chiediamo al presidente della Regione Rossi che si confronti rapidamente con il suo collega alla guida dell’Emilia Romagna, per chiedere lo stato di emergenza, in modo da poter arrivare presto ad un commissario che possa gestire in tempi rapidi e immediati la situazione”.

“La nostra richiesta dello stato di emergenza nasce dalla gravità delle moltissime conseguenze negative che questo nefasto evento provoca – spiega ancora Vannetti. Vi sono problemi a livello nazionale, perché una delle principali arterie italiane a di lunga percorrenza è inutilizzabile, e questo porterà alla necessità, per il trasporto merci, ma anche per i cittadini di ogni parte del Paese che hanno bisogno di raggiungere certe destinazioni, di passare per l’autostrada, che registrerà quindi un aumento notevole di traffico, con costi aggiuntivi per chi avrebbe invece usato la E45”.

“Non mancheranno poi intasamenti  - insiste Vannetti in questa analisi  - e problemi di tenuta sulle strade alternative in zona Valtiberina, con danni sia legati alla perdita di rapidità dei trasporti e quindi della loro efficacia, e sia derivanti dalle enormi difficoltà operative anche nella gestione della logistica”.

“Noi parliamo anche, ma certo non parliamo solo – spiega ancora Vannetti -  delle difficoltà degli artigiani e del mondo delle Pmi nel suo complesso, parliamo anche e soprattutto a nome delle famiglie dei territori interessati da questa sciagura, che grazie all’intervento puntuale della magistratura, ha evitato di trasformarsi in vera a propria tragedia che è invece avvenuta e Genova”.

Ma le conseguenze di questa chiusura sono forse addirittura di impatto maggiore, coinvolgendo l’intero asse stradale italiano, rispetto alla questione  Genova, sul fronte della mobilità di uomini e merci a livello nazionale.

“Per questo, ripeto - conclude Vannetti – come Confartigianato chiediamo che si trovi al più presto il modo di proclamare lo stato d’emergenza e di procedere di conseguenza alla soluzione più efficace e rapida possibile di questo problema di enorme portata non solo sulla viabilità, ma anche sull’economica, l’ambiente e per l’impatto sociale delle sue conseguenze. Lo stato di emergenza consentirebbe anche di attivare tutte quelle procedure tecniche di sgravo e di ristorno dei costi aggiuntivi legati alla situazione che si è venuta a creare e che allevierebbero almeno in parte le difficoltà delle imprese del territorio”.

 Toni drastici anche dagli industriali. "Si è trattato di un disastro annunciato: ore mettere subito mano alla vecchia Tiberina".

“La chiusura della E45 in entrambe le direzioni nel tratto Valsavignone – Canili, per criticità estreme riscontrate sul viadotto Puleto, rappresenta un disastro annunciato. Ormai da tempo, tramite il monitoraggio che costantemente eseguiamo sulle infrastrutture strategiche, avevamo denunciato lo stato di degrado di ponti e viadotti della SGC Orte- Ravenna, in particolare nel tratto di confine con la Romagna – spiega una nota - il contratto di programma 2016-2020 ANAS -MIT prevede investimenti complessivi di 1,5 miliardi di euro sull’intero tratto Civitavecchia-Orte ed ancora, purtroppo, molti appalti di manutenzione straordinaria devono prendere il via.

Le maggiori criticità esistenti sono proprio nel tratto di E45 che attraversa il Comune di Pieve S. Stefano ed hanno origine da mancata manutenzione e da opere non conformi alle norme antisismiche. L’ANAS nel corso degli ultimi due anni è intervenuta prevalentemente per sistemare le pavimentazioni con consolidamento dei sottofondi, ma poco si è fatto per ponti e viadotti che richiedono interventi strutturali con ripristino di copriferri, giunti di dilatazione, appoggi sismo-resistenti e altre opere di manutenzione straordinaria, senza escludere demolizioni e ricostruzioni per opere ritenute irrecuperabili.

In alternativa alla SGC E45 esisterebbe solo la vecchia SS 3 bis (classificata “comunale” dopo un rimpallo di responsabilità tra Anas, Regione Toscana e Provincia di Arezzo) ma questa vecchia arteria è franata in più punti ed è stata invasa da enormi massi crollati dall’alto. Il tratto Valsavignone- Canili di tale strada, valutata la pericolosità, è chiuso da anni - continua la

Nel passato è intervenuto un lungo contenzioso fra Comune di Pieve Santo Stefano, ANAS , Provincia e Regione perché il declassamento della ex-SS 3 BIS è avvenuto in assenza di consenso da parte del Comune stesso e senza procedere ad una consegna del bene demaniale secondo la buona regola della pubblica amministrazione.

Il Comune di Pieve Santo Stefano ha imputato all’ANAS l’onere del ripristino della ex-3bis, anche in relazione alle mutevoli condizioni di transitabilità della SGC E 45 per emergenza neve o ghiaccio. Nel 2016 iI Ministero del Tesoro ha disposto, grazie all’interessamento del Sindaco Albano Bragagni, un finanziamento di 2,6 milioni di euro su progetto ANAS che non è stato ancora appaltato per problemi di carattere burocratico.

Adesso è però giunto il momento, come sosteniamo da tempo, di ripristinare immediatamente il tratto Valsavignone-Canili della vecchia arteria ex-SS3bis per garantire viabilità alternativa alla SGC E45, tenuto conto che la manutenzione e la messa in sicurezza dei viadotti richiederà una loro chiusura totale e/o parziale per un periodo molto lungo e che questo costituisce un danno enorme sia per le aziende che per tutto il territorio.

Ci risulta che a seguito dell’interessamento della Regione Emilia Romagna, l’Anas stia avviando le procedure per rinazionalizzare la vecchia Statale 3bis nel tratto da Canili a Bagno di Romagna. Auspichiamo che la Regione Toscana si attivi immediatamente perché l’Anas riprenda in carico anche il tratto che va da Pieve S. Stefano a Canili per offrire una viabilità alternativa in attesa del ripristino della E45”.

Intanto emerge un altro particolare di ordinaria burocrazia che ha bloccato finora la sistemazione della vecchia Tiberina bis nel tratto fra Valsavignone e Canili, quello appunto che adesso servirebbe per evitare agli automobilisti di fare il giro di mezza Italia in mancanza di una viabilità alternativa. Lo stato infatti aveva stanziato 2,6 milioni per liberare la strada dalle frane e ripristinarla ma nel 2016 il governo dell'epoca impose lo stop: non si può finanziare una strada comunale, come è stata declassata la Tiberina. Risultato la paralisi di adesso.