E45, stamani il sopralluogo sul viadotto: entro 48 ore la scelta sulla riapertura?

L'ipotesi è consentire la circolazione solo alle auto escludendo il traffico pesante nella parte centrale della superstrada: ipotesi e dati al setaccio della Procura

Il viadotto Puleto

Il viadotto Puleto

Arezzo, 23 gennaio 2019 - La Procura ha subito disposto un sopralluogo dei tecnici alla luce dei calcoli e delle ipotesi presentate da Anas. Sul posto sono andati gli ingegneri Antonio Turco e Fabio Canè. L'inizio del lavoro di analisi sulla tenuta strutturale del viadotto e che in pochi giorni porterà ad una decisione sulla proposta di riapertura, anche se parziale. 

Da quanto filtra la decisione sulla eventuale riapertura sarà presa entro le prossime 24/48 ore, riapertura al traffico leggero, a doppio senso di marcia e con limiti di velocità. È quanto emerge proprio al termine del sopralluogo effettuato stamani dei consulenti della procura, gli ingegneri Antonio Turco e Fabio Cane, sul viadotto Puleto, lungo la E45 chiusa una settimana fa per il rischio collasso di uno dei pilone del viadotto.

Nel corso del sopralluogo sono state effettuate prove di carico per capire, in virtù della relazione consegnata dai tecnici di Anas due giorni fa e analizzata dai due periti della procura di Arezzo, se la strada potrà essere riaperta. Intanto nella zona la viabilità stamani presenta qualche disagio legato ai 30 centimetri di neve caduti da ieri ma, grazie al lavoro delle province coinvolte con le strade dei passi pulite e percorribili con catene e gomme termiche, i problemi sono stati limitati. Il traffico pesante è stato deviato sull'autostrada.

Intanto il suo piano B l’Anas l’ha messo nero su bianco nella relazione tecnica depositata lunedì, nel tardo pomeriggio, in procura. E l’ha ribadito, sia pure senza entrare in tutti i particolari, nel vertice di ieri al ministero delle infrastrutture, col ministro Toninelli, i rappresentanti delle Regioni, i presidenti delle province interessate e i sindaci della zona. Più il presidente di Anas Massimo Simonini.

L’idea è quella che il capocompartimento Antonio Scalamandrè e l’avvocato fiorentino dell’azienda, Danila Pratelli, hanno affidato alla cancelleria di Palazzo di giustizia che era state tenuta aperta proprio per loro. Sulla base dei calcoli svolti dai propri ingegneri, l’azienda delle strade propone di riaprire il viadotto Puleto, ora sotto sequestro, su due corsi, quelle centrali, le più sicure perchè quelle che hanno più sostegno sui piloni. Ovviamente, le due carreggiate, che corrispondono a quelle di sorpasso sui due lati, permetterebbero la circolazione una verso nord e l’altra verso sud, con speciali condizioni.

Innanzitutto il traffico consentito, che sarebbe solo quello leggero, senza l’appesantimento sulle strutture dei Tir, e poi il limite di velocità, di certo inferiore a quello generale della superstrada che è di 90 all’ora. Il Procuratore Roberto Rossi e il suo entourage di polizia giudiziaria per adesso non si pronunciano.

Si tratta di una questione squisitamente ingegneristica di calcolo della capacità di sopportazione dei pesi da parte del viadotto Puleto e del contiguo Tevere 4, già oggetto entrambi di un progetto di restauro da 30 milioni che era stato consegnato per il primo a dicembre anche se i lavori sarebbero dovuti cominciare col ritorno della bella stagione.

Il magistrato, dunque, ha passato le carte ai suoi consulenti, gli ingegneri Antonio Turco e Fabiò Canè, il tecnico quest’ultimo che nella sua relazione aveva affermato come in «scienza e coscienza», se fosse stato lui un dirigente dell’Anas, avrebbe disposto l’immediata chiusura al traffico del viadotto. Tocca a loro rifare i calcoli e di dire se ritengono che le considerazioni tecniche della relazione depositata da Scalamandrè siano fondate.

Se c’è un margine, si può arrivare a quel punto a prendere in ipotesi lo scenario dell’Anas per la riapertura almeno parziale. Naturalmente, visto che il decreto di sequestro è stato firmato dal Gip Piergiorgio Ponticelli, l’ultima parola tocca a lui. Fonti di procura spiegano fuori taccuino che nessuno più dei magistrati sarebbe felice se potesse mettere un argine, almeno parziale a questa situazione di emergenza totale, con i danni che comporta per l’economia (stime informali parlano di 3-5 milioni al giorno solo ad Arezzo).

Ma la prima condizione è la sicurezza: deve esserci la ragionevole certezza che riaprire non comporta rischi per chi transita sulla E45. Ci vorrà almeno qualche giorno per le verifiche tecniche.