E45, c'è la relazione dei consulenti della Procura: riapertura imminente

Controlli per verificare il rispetto delle prescrizioni date dalla Procura. Via su due corsie e solo ai mezzi leggeri. Un anno fa il crollo della piazzola

Lavori sulla E45

Lavori sulla E45

Arezzo, 12 febbraio 2019 - La mail dell’Anas eraè arrivata in procura nel pomeriggio: il primo step dei lavori sul Puleto, quelli necessari alla riapertura parziale, era completato. La conferma ufficiale è arrivata a palazzo di giustizia e immediatamente il procuratore Roberto Rossi ha disposto l'esecuzione dei controlli.

I consulenti della Procura hanno passato la mattinata sul viadotto Puleto, per l’ispezione di verifica del rispetto delle prescrizioni. Già depositata la relazione. Nel caso tutto sia stato sistemato come era stato richiesto la settimana scorsa, arriverà stamani il via libera definitivo al ritorno del traffico leggero sul tratto sequestrato ormai dal 16 gennaio, quasi un mese.

Le prime auto e i primi furgoni (quelli fino a 3,5 quintali sono ammessi, al contrario del Tir) potrebbero dunque tornare a circolare fra oggi e domani, anche se il sequestro disposto dal Gip Piergiorgio Ponticelli su richiesta appunto del Pm Rossi resta. Questa prima, ancora incompleta, riapertura avverrà infatti nell’ambito dei poteri della procura di esecuzione del provvedimento.

E lo stesso potrebbe succedere se, in un futuro ancora non prevedibile ma non lunghissimo, venisse autorizzato anche il ritorno dei Tir, ovviamente solo dopo che saranno stati eseguiti ulteriori lavori di consolidamento del ponte chiuso dopo l’allarme della relazione inviata dai consulenti: è a rischio di crollo.

Intanto, è stato verificato che in una settimana di cantiere l’Anas abbia soddisfatto in pieno le condizioni dettate dalla procura, che erano draconiane: due sole corsie di marcia, quelle centrali, le più sicure perchè le più appoggiate sui piloni, segnaletica adeguata a indirizzare verso il restringimento, limite di velocità (a 40 all’ora, come nelle aree di cantiere), autovelox perchè nessuno sgarri, sensori a monitorare costantemente la stabilità del Puleto col semaforo rosso che scatta e blocca la circolazione in caso di pericolo, droni che consentono di osservare lo stato di deterioramente del calcestruzzo.

I due periti, gli ingegneri Antonio Turco e Fabio Canè, erano già in zona, in grado quindi di eseguire le verifiche con preavviso brevissimo. Ieri, poi, era il primo anniversario della frana di Pieve, quella della piazzola fra le due uscite da cui tutto è cominciato: l’inchiesta per disastro colposo, l’altra per smaltimento di rifiuti pericolosi e quell’attenzione per lo stato della E45 (già oggetto di un’altra inchiesta di Rossi per attentato alla sicurezza dei trasporti) che ha portato alla scoperta dei problemi del Puleto e poi al sequestro.

Dodici mesi, ahinoi, non sono bastati per avviare uno straccio di cantiere per il ripristino dell’area di sosta venuta giù lasciando una crepa che sembra quella di un terremoto. E’ vero che la zona resta sotto sequestro, ma è vero anche che la procura aveva lasciato all’Anas la possibilità di accedere all’area per avviare i lavori. Invece dall’azienda delle strade arrivano solo imbarazzo: non c’è un progetto e non ci sono tempi già programmati.

L’indagine, che ha portato all’avviso di chiusura inchiesta nei confronti del capo compartimento di Firenze Antonio Scalamandrè e di alcuni suoi collaboratori è a un passo dalla richiesta di rinvio a giudizio. Evidemente la E45 produce ancora più indagati che cantieri.