E45, autogrill in ginocchio: "Se continua così mando a casa 30 persone" dice il titolare

Dal blocco della superstrada è il deserto e le prospettive non sono incoraggianti. L'albergo sopra l'auto di servizio va avanti solo con i prenotati. "Un colpo mortale"

Valerio Calabresi

Valerio Calabresi

Arezzo, 19 gennaio 2019 - Stazioni di rifornimento e autogrill praticamente chiusi per gli incassi a picco. La chiusura della E45 fra Valsavignone e Verghereto rischia di mettere messo in ginocchio l’economia della zona e i primi effetti si sono trasferiti su chi lavora in funzione della superstrada. Così a Canili di Verghereto, così anche nelle due aree di servizio in Toscana, a Sansepolcro ma soprattutto quelle denominate Tevere e collocate fra i due svincoli per Pieve Santo Stefano.

Pompe di benzina e diesel su entrambi i sensi di marcia; in direzione di Cesena, ci sono anche il distributore di gpl e il bar ristorante «Vecchio Mulino». Andando verso la Valtiberina, spicca l’Euro Hotel con a piano terra bar e ristorante. Un bar che nei primi anni ’90 era divenuto famoso per la fortuna che portava: qui, infatti, in più di una circostanza erano stati venduti biglietti vincenti della Lotteria Italia. Invece di autotreni parcheggiati in fila, il piazzale è adesso vuoto. Le due stazioni sono gestite dalla società Riolo.: quella lungo la carreggiata nord è in esercizio dal 1991, l’altra dal 1992.

«Un colpo mortale per noi – dichiara Valerio Calabresi, 59 anni, amministratore delegato della Riolo – se soltanto si pensa che ieri (giovedì ndr) abbiamo registrato un calo nell’incasso pari a 3mila euro, che corrispondono ai due terzi dell’intero volume giornaliero. E ancora qualche veicolo in più circolava, perché sono convinto che non tutti fossero al corrente del provvedimento, La tendenza è verso un ulteriore calo. L’albergo sta ancora funzionando solo perché avevo prenotazioni di un gruppo di persone per la prossima settimana, ma poi sarò costretto a chiudere anch’esso».

Ed eccoci al risvolto più pesante: «Le attività che abbiamo lungo la superstrada, occupano in totale una trentina di persone. Le pompe di benzina funzionano solo con il self service, i ristoranti sono chiusi e i bar rimangono aperti per dieci ore al giorno, con un addetto a turno. Questo significa che, se l’interruzione della E45 dovesse perdurare – sottolinea Calabresi - ci vedremo costretti a tagliare quasi trenta dipendenti. Ricordo che, nel settore del turismo, non esistono cassa integrazione e mobilità, per cui non si dimentichi che il blocco provoca queste ripercussioni. La sicurezza è fondamentale, ma confido almeno in una riapertura parziale, magari escludendo i soli camion».