E' morta in ospedale Maria Luigia Redoli, la celebre "Circe" della Versilia

Viveva da poco in un appartamento in zona tribunale. Ricoverata in ospedale nei giorni scorsi, ieri la fine. Aveva ucciso il marito in complicità con l'amante: il caso fece scalpore

La Redoli e la facciata della sua casa aretina

La Redoli e la facciata della sua casa aretina

Arezzo, 15 gennaio 2019 - E' morta continuando a gridare la sua innocenza. E' morta ieri ad Arezzo, dove si era rifugiata da alcuni anni, in una stanza dell'ospedale San Donato. è morta Maria Luigia Redoli, quella che per anni era stata soprannominata "Circe della Versilia". Motivo? Essere stata condannata per aver ucciso insieme all'amante il marito Luciano Iacopi .

Aveva 80 anni e abitava da poco in un appartamento dietro al tribunale di Arezzo. Era ammalata per patologia renale, da qualche giorno le sue condizioni erano precipitate: ed era stata ricoverata il 9 gennaio, fino alla morte nel reparto di nefrologia.

Viveva da sola, aveva un paio di cani ed era assistita a domicilio perché aveva anche problemi di mobilità. Da qualche tempo  si doveva sottoporre a dialisi. 

La donna viveva a Forte dei Marmi e era stata condannata come mandante dell'omicidio del marito, ucciso a coltellate in garage di casa dall'amante Carlo Cappelletti. 

Nel cortile di via Pietro Leopoldo, un complesso di case di nuova costruzione incastrato fra il Palazzo di giustizia e il Palazzo Menchetti, pochi sapevano che l'inquilina del piano terra (con giardinetto nel quale adesso restano le due badanti che l'assistevano e i cani, era la "Circe dela Versilia". I più, anzi, neppure  ricordano o hanno mai sentito parlare di questo clamoroso caso di cronaca.

Una vicina, sussurra una donna che porta a spasso il cane, mi aveva detto che aveva anni di carcere per l'omicidio del marito, ma lei personalmente non l'ho neppure mai vista, anche se la sentivo spesso lamentarsi per le sue condizioni di salute. Maria Luigia Redoli faceva la spola con l'ospedale per la dialisi, a casa rimanevano le collaboratrici familiari che l'assistevano e si occupavano anche dei cani. Loro però non vogliono parlare: "Rivolgetevi al figlio", dicono. Anche lui infatti vive in un paese della provincia.

E' Diego, il ragazzo col quale la Redoli aveva rotto dopo aver accusato la sorella Tamara del delitto. Tanto che i due figli si erano opposti alla domanda di grazia presentata al presidente della repubblica. Maria Luigia Redoli era in libertà vigilata dal 2015, dopo aver scontato 24 anni di carcere dell'ergastolo cui era stata condannata nel 1991 in via definitiva dalla cassazione.

Il delitto sconvolse l'estate del 1989, a Forte dei Marmi, per la precisione il 17 luglio. Quella sera fu proprio la Circe a chiamare i carabinieri, raccontando di aver trovato morto il marito nel garage di casa, al ritorno da una cena con l'amante carabiniere e i due figli. Ma ben presto lo scenario si rovesciò e lei venne accusata di aver attirato Iacopi in trappola, in una pausa della cena, mentre i figli aspettavano in auto, lasciando poi uccidere a coltellate da Cappelletti.

La donna si è sempre proclamata innocente e infatti venne assolta in primo grado dalla corte d'assise di Lucca. Clamoroso il ribaltone in appello, a Firenze, con la condanna all'ergastolo per lei e l'amante, infine la conferma in cassazione nella prima sezione del mitico presidente ammazzasentenze Corrado Carnevale, che stavolta invece guidò la corte all'ergastolo. Clamorose anche le circostanze dell'arresto in esecuzione della pena, con Cappelletti che sparò contro i colleghi carabinieri venuti a prenderlo nella casa di Forte dei Marmi nel 1991, lei invece si lasciò ammanettare senza opporre resistenza.