
Un investigatore privato
Arezzo, 6 agosto 2019 - «Pedinamenti, filmati ma anche cellulari (diventati ormai la scatola nera di ognuno di noi) passati al setaccio. Lattività dei detective privati ingaggiati dalle famiglie per fare luce sulla vita nascosta dei figli minorenni passa da indagini tradizionali e monitoraggi di ultima generazione. La brutta notizia è che Carlo Nencioli, titolare della Falco Investigazioni di Arezzo, rivela che nel giro di appena una ventina danni le attività per scoprire sei il pargolo è entrato in qualche giro di droga sono cresciute dieci volte tanto. «All' inizio degli anni Duemila racconta Nencioli ci trovavamo di fronte a due-tre situazioni riguardanti le possibili dipendenze dei giovanissimi che ci venivano sottoposte dai genitori. Nellultimo anno abbiamo superato quota venti. Un 70% circa riguarda ragazzi, il resto sono ragazze». Non c' solo l'aumento di indagini mirate, sono cambiate anche le abitudini, anzi sono tornate a un passato che sembrava dimenticato: «Stiamo riscontrando un ritorno prepotente delleroina che sembrava confinata alle abitudini di una ristretta cerchia di tossicodipendenti degli anni Settanta e Ottanta. Non mancano nemmeno la cocaina e le droghe sintetiche, sostanzialmente stabili negli ultimi vent'anni».
Le difficoltà delle indagini sono rappresentate dalle abitudini dei minorenni che si spostano con moto o biciclette e quindi più difficili da seguire nei loro spostamenti in giro per la città. Ben più redditizio il controllo degli smartphone diventati un elemento che facilita e velocizza lincontro tra la domanda e lofferta di stupefacenti. «Utilizziamo una tecnologia israeliana che si chiama Cellebrite e che di recente è balzata agli onori della cronaca perché riesce a decodificare i dati di qualsiasi dispositivo mobile ed è utilizzata nellanalisi forense per sbloccare le informazioni riservate, in modo che le informazioni rilevanti nelle indagini possano essere condivise rapidamente. In questo modo arriviamo spesso a colpo sicuro a dimostrare luso di droghe o labuso di alcol da parte dei minorenni».
I luoghi di spaccio sono quelli che spesso riempiono le pagine dei giornali locali: «Il Pionta e Campo di Marte innanzitutto afferma il titolare della Falco Investigazioni ma anche altre zone periferiche e centrali della città, a macchia di leopardo. Il problema è che più spesso di quanto si possa immaginare il passaggio della droga avviene a scuola con uno dei compagni di classe incaricato, con una colletta, di fare la spesa per tutti per poi ridistribuire lo stupefacente in classe o nelle zone vicine agli istituti. Di queste situazioni tra i giovanissimi ne abbiamo certificate a decine». Di fonte alla notizia che nessun genitore vorrebbe mai sentirsi dare, «suo figlio fa uso di droghe» la richiesta è quasi sempre la stessa: «Quasi tutti ci chiedono di individuare gli spacciatori e segnalarli alle forze di polizia - conclude Carlo Nencioli - cosa che noi facciamo puntualmente».