Dormitori di fortuna, la mappa della "trincea" in città dopo il dramma alla Cadorna

Ecco le aree via via invase per cercare giacigli provvisori. Intanto il corpo del clochard trovato morto già restituito alla famiglia: si è trattato di un malore

La tragedia alla Cadorna (foto di Mery Cornacchini)

La tragedia alla Cadorna (foto di Mery Cornacchini)

Arezzo, 19 settembre 2018 - «Da ora in poi i controlli della pattuglia antidegrado partiranno sempre dalla Cadorna». Lì, all’ombra di quella scala antincendio che ieri ha scosso le coscienze. Il sindaco in serata indica la prima risposta alla morte nel sonno di Fabrizio. Una morte provocata da un malore. Il corpo è già stato messo a disposizione della famiglia per i funerali. E in effetti fin dal primo momento non c'erano i contorni del giallo.

La risposta? Sa anche il sindaco che i numeri della polizia locale non consentono la moltiplicazione dei blitz, che del resto già colorano ogni giorno la mappa del degrado. Prova almeno a puntare sulle lancette. «Spiace che il luogo di questa vicenda siano le pertinenze di una scuola e che alcuni ragazzi abbiano assistito a questa tragedia».

Ricorda che quell’uomo veniva dalla provincia di Perugia e aveva avuto contatti solo sporadici con le strutture di accoglienza messe a disposizione del »Comune e gestite dalla Caritas. «E’ difficile dare risposte adeguate e coerenti al disagio». Un disagio che ormai punteggia tanti angoli della città: e lo segui proprio sul filo delle operazioni che la stessa polizia locale ha messo in campo negli ultimi mesi. I punti critici? Uno di certo è proprio la Cadorna. Un dormitorio di fortuna che sale e scende secondo le stagioni. Quando ancora il corpo di guardia non era murato d’inverno era uno dei punti più frequentati.

Ora è aperto soprattutto d’estate: e la scala antincendio era stata già indicata da alcuni occhi attenti, ad esempio la segnalazione era arrivata dalla consigliere comunale Cornacchini, come un punto critico. Ma il disagio non sosta solo al parcheggio, anzi.

C’è il «mostro» della Lebole: lì dove le pattuglie sono quasi disarmate, in un’area del genere e con spazi simili o ci vai con un’azione congiunta o al massimo assisti alla fuga di chi è sorpreso nel sonno. Un altro dei punti spesso alla ribalta è l’ex mercato ortofrutticolo di Pescaiola. E’ uno dei motivi per cui avrà precedenza nei cantieri: non ci sono ancora idee chiare sulla destinazione ma un intervento di ripristino dovrebbe quantomeno evitare gli affollamenti notturni, con i rischi in particolare per i suoi ospiti di fortuna. Un’altra zona negli ultimi mesi via via indicata come meta dei senza tetto è stata anche quella dell’ospedale: la Usl è intervenuta per mettere in sicurezza i punti più frequentati ma siamo di fronte ad una struttura dai volumi infiniti.

Un’altra è la Stazione, ce la dimentichiamo spesso però i sacchi a pelo e i giacigli provvisori soprattutto d’estate si moltiplicano, malgrado i controlli. Sembra finita la stagione calda di via Campanacci, in zona Cappuccini, dopo la violenza sessuale che aveva sconvolto la città. Non finisce invece mai la stagione del Pionta: al di là dei pericoli del parco continuano ad esserci strutture fatiscenti, richiamo irresistibile per chi vive di espedienti.

Un po’ come in certi cantieri abbandonati, ad esempio le case Mancini prima del raccordo. Un problema di degrado ma soprattutto sociale, considerando chi affolla questo girone parallelo della città. Lì dove nessuno dorme sonni davvero tranquilli