Dopo mesi di blocco riparte la prima discoteca all'aperto

Tito Ghezzi riaccende la musica al Dolceverde: "Ma con rigidi protocolli di sicurezza e la temperatura misurata all'ingresso"

tito ghezzi dolceverde

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Arezzo, 21 luglio 2020- I biglietti acquistati in prevendita, la Croce Rossa che misura la temperatura all’ingresso, un serpentone all’entrata e steward per evitare file ai bagni e al bar. Tutto per far ripartire la musica in quella che era la grande assente dell’estate, la discoteca all’aperto. E’ ripartito così il Dolceverde di Castiglion Fibocchi anche se lo ha fatto con un ritardo di oltre un mese rispetto al solito. A giugno nell’incertezza generale, tra regole rigidissime e capienza ridotta infatti, non se la era sentito di ripartire. Così Tito Ghezzi, storico gestore dei locali della notte non aveva riacceso la musica del Dolceverde di Castiglion Fibocchi, discoteca immersa nel verde della campagna alle porte della città e riferimento per il divertimento estivo di zona. Ma se la strada del divertimento notturno sembrava in salita nell’estate post emergenza Covid19, Tito si era inventato un’altra forma di serate in musica e aveva proposto due cene con djset e live a luglio nella più spaziosa cornice dell’Equestrian centre di San Zeno dove ognuno poteva prenotare il proprio tavolo sia per cena che per il dopo cena.

Adesso, dopo quel rodaggio, Ghezzi è tornato a riaprire anche il Dolceverde di Castiglion Fibocchi, l’unica sala da ballo all’aperto di riferimento in città. La storica discoteca estiva ha riacceso la musica sabato 18 luglio, ma lo ha fatto mettendo in pratica un rigidissimo protocollo imposto dalla gestione della sicurezza post pandemia. “Abbiamo riaperto il Dolceverde con ingressi contingentati – spiega Tito Ghezzi – tutti o quasi i biglietti per la serata sono stati venduti in prevendita e con prenotazione, solo pochissimi hanno acquistato il ticket alla cassa non avendo potuto procurarsi la prevendita, abbiamo nomi e telefono di tutti i partecipanti”. Prenotazione, ingressi ridotti e rigida interpretazione delle norme di sicurezza. “Nell'interpretazione del protocollo il nostro obiettivo era far entrare un massimo di mille persone avendo a disposizione al Dolceverde una superficie di 1200 metri quadrati dislocati in tre piste da ballo, tanto spazio all’aperto e due bar – continua Tito - abbiamo fatto entrare meno di mille persone e comunque una persona ogni metro quadro. Ci sono stati controlli all’ingresso da parte della Croce Rossa che ha misurato la temperatura a tutti così come avvenuto per le serate che avevamo organizzato in precedenza all’Equestrian centre di San Zeno”. Un serpentone all’ingresso ha poi evitato gli assembramenti in entrata. “Per evitare file abbiamo creato all’ingresso un serpentone distanziato – dice Ghezzi – il locale è stato completamente sanificato nel rispetto del protocollo di sicurezza e sono stati utilizzati steward per controllare gli accessi ed evitare che si formassero file sia ai bagni che al bar. E visto che la prima serata si è svolta in sicurezza, saremo aperti anche sabato 25 luglio e poi una volta ogni 15 giorni per tutta l’estate”.