Divise da lavoro per i dipendenti della Coop di Montevarchi. Dove vestirsi? Ed è polemica

In un esposto presentato alla Asl, alcuni lavoratori hanno annunciato che non è più obbligatorio effettuare l’attività di vestizione e svestizione all’interno del negozio. La precisazione di Unicoop Firenze. L'intervento del sindaco di Montevarchi.

Il Centro Coop di Montevarchi

Il Centro Coop di Montevarchi

Arezzo, 17 luglio 2019 - In questi giorni Silvia Chiassai Martini, sindaco di Montevarchi, ha ricevuto un esposto presentato alla Asl e firmato da 33 lavoratori dell’Unicoop di Montevarchi secondo il quale non sarebbe più obbligatorio effettuare l’attività di vestizione e svestizione all’interno del negozio, ma anche fuori, e con modalità discrezionali del dipendente. Per questo motivo, il Sindaco, che ha competenza in materia igienico-sanitaria, ha scritto direttamente alla Asl per conoscere le proprie valutazioni. “I lavoratori Unicoop firmatari dell’esposto sostengono che, fino al 15 marzo 2019, in osservanza del regolamento interno aziendale, la vestizione e la svestizione avvenivano sempre nel luogo di lavoro, in particolare presso gli spogliatoi, nel rispetto di idonee condizioni igienico-sanitarie e per evitare possibili contaminazioni con l’esterno – ha detto il Sindaco -. Era anche vietato, sempre per i dipendenti, l’uscita dal negozio con le divise e l’effettuazione della spesa prima o a fine turno con indosso la “tuta aziendale”.

Questo perchè i lavoratori di questo settore sono in contatto perenne con alimenti, spesso anche freschi, come quelli in uso nei reparti di macelleria, pescheria, ortofrutta, gastronomia. “Risulta invece che, con una modifica aziendale apportata al regolamento, il personale debba presentarsi all’orario di lavoro con la divisa, ma indossata a loro discrezione nel tempo, nel luogo e nelle modalità prescelte. Condivido pertanto le preoccupazioni di questi lavoratori che si chiede il motivo per il quale risultano improvvisamente “liberati” dagli obblighi – ha detto la Chiassai -. Potendo scegliere dove e quando indossare gli indumenti, vengono meno le ragioni igienico- sanitarie vigenti fino a marzo. Inoltre sono caricati di responsabilità a carattere individuale. Ho ritenuto pertanto necessario e condivisibile scrivere alla Asl per conoscere le loro valutazioni in merito alla modifica del regolamento, soprattutto per la conformità con la normativa prevista dal settore alimentare. Ho chiesto chiarimenti diretti – ha concluso il sindaco – in quanto l’attività di vestizione e svestizione è propedeutica ad una prestazione lavorativa strettamente legata alla salvaguardia dell’igiene pubblica e alla tutela sanitaria dei consumatori che va ben oltre i confini e le regole del negozio Unicoop di Montevarchi”.

La versione del colosso della grande distribuzione, però, è diversa e da Firenze hanno precisato che ogni lavoratore ha la piena facoltà di utilizzare gli appositi armadietti collocati negli spogliatoi all’interno del supermercato, senza alcuna “costrizione” volta a impedire l’uso degli stessi. “E’ invece evidente l’intento di agevolare le operazioni di vestizione, che possono essere effettuate anche al di fuori del luogo di lavoro, ma ciò senza rinunciare alla massima igiene, nel rispetto delle normative – ha spiegato Unicoop - . Infatti il personale, prima di accedere al reparto, deve indossare appositi indumenti per evitare il contatto diretto con gli alimenti. Questo per offrire il più elevato grado di tutela e di salvaguardia dell’igiene pubblica, nell’esclusivo interesse dei soci e dei consumatori”. Inoltre, nell’ambito dell’aggiornamento delle procedure igienico-sanitarie, la scelta fatta da Unicoop Firenze è quella di consolidare ulteriormente le buone pratiche di lavorazione, per garantire una maggiore igienicità, agendo attraverso la formazione e l’addestramento continuo del personale, e rafforzando in particolare i concetti legati alla prevenzione.