Diga di Montedoglio, sos comitato di controllo

Il sindaco di Pieve sollecita le istituzioni di vallata a un confronto immediato per analizzare lo stato dell’invaso. Livello abbassato

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di Claudio Roselli

Attendere l’esito delle elezioni con l’insediamento delle nuove amministrazioni di vallata e poi, relativamente alla diga di Montedoglio, ripristinare quanto prima il comitato di controllo su Ente Acque Umbre Toscane, nel quale i sindaci possano tornare a incontrarsi e ragionare. La richiesta proviene da Claudio Marcelli, sindaco di Pieve Santo Stefano, nel cui territorio ricade la stragrande maggioranza della superficie dell’invaso, che comunque in questi ultimi tempi si è sensibilmente ridotta a causa dell’estate secca e di un’assenza di piovosità che, a parte una breve parentesi, è ancora perdurante. Il lago si è ritirato: se soltanto guardiamo il ramo di Madonnuccia in direzione di Sansepolcro, si nota come oramai le due sponde siano molto vicine, come il livello si sia abbassato di almeno 7-8 metri e come sia riaffiorata in superficie la sagoma della vecchia statale 3 bis. "Credo che, al di là della situazione creata dalla siccità – prosegue Marcelli – vi siano motivi validi per affrontare seriamente un argomento che ad altri sta molto a cuore, vedi l’Umbria, che si serve dell’acqua di Montedoglio per irrigare i terreni attorno al Trasimeno, preservando così i volumi di quest’ultimo; il bacino artificiale viene trattato alla stessa stregua di un mero serbatoio e ciò mortifica le aspettative del territorio toscano nel quale si trova. Auspichiamo un maggiore interesse da parte delle istituzioni toscane verso una diga che riveste anche l’importanza primaria di limare le piene e quindi di salvaguardare l’incolumità dei luoghi a più bassa altitudine del comprensorio tosco-umbro della vallata". Marcelli è ancora più chiaro nelle sue intenzioni: "Le amministrazioni debbono riflettere su cosa vogliono fare di questa infrastruttura e quindi ritrovarsi tutte assieme, specie ora che stiamo uscendo dal Covid-19 e che è urgente indire una riunione, dal momento che lo possiamo fare in presenza".

Osservando al momento l’invaso, quali interventi sono da ritenere prioritari? "La ripulitura e la sistemazione degli scheletri delle piante che sono affiorate e che stanno a dimostrare quanto vi sia bisogno di mettervi mano. Nei momenti in cui manca l’acqua, come quelli attuali che purtroppo non sono auspicabili, che almeno si approfitti della situazione per effettuare una bella ripulitura e farsi così trovare pronti per quando si tornerà a regime. Ne va della qualità dell’acqua della diga, che ad Arezzo viene utilizzata a scopo potabile". E per la sua valorizzazione avete proposte? "Nel nostro piano strutturale sono previsti percorsi pedonali, piste ciclabili e aree di sosta".