REDAZIONE AREZZO

Dietro l'associazione culturale night per casalinghe prostitute: "presidente" condannata

E' una giovane aretina, condannata con il rito abbreviato: si faceva chiamare "Lucifera". Venti donne coinvolte e una clientela di circa 700 persone. Orge e sesso

La chiusura del night

Arezzo, 4 dicembre 2018 - Rigettati i tre patteggiamenti e condanna a 4 anni di reclusione, con rito abbreviato, per la giovane aretina Antonella Cacciapuoti, presidente dell’associazione culturale che, secondo l’accusa, celava un night dove giovani donne venivano sfruttate. La pubblica accusa aveva chiesto due anni e 10 mesi. E’ questo il processo innescato dall’operazione «Lucifera» dei carabinieri di Pontedera che ha portato alla luce un presunto giro di prostituzione al Valentine, un night in città, in località La Bianca.

Un lavoro quello degli inquirenti, che ha ricostruito i passaggi della breve vita di questo locale che in poco più di un anno era arrivato ad annoverare oltre 700 soci, con uno zoccolo duro di affezionati e non occasionali: i più assidui sono stati sentiti dal militari dell’Arma durante le indagini.

Le donne coinvolte nell’attività di prostituzione sono state una ventina, italiane, anche casalinghe. Gli incontri, è emerso, avvenivano sia nel locale che in un appartamento di un uomo italiano di 52 anni, campano residente a Livorno, ed una donna rumena sua compagna, 32enne. Oltre la coppia, a processo, per il reato in concorso, ci sono appunto la presidente dell’associazione - che ha optato per il rito abbreviato - ed un uomo della Valdera che avrebbe finanziato l’attività.

L’elemento dello sfruttamento della prostituzione sarebbe emerso dalle indagini, avviate nella primavera del 2017: le donne venivano spinte a prostituirsi con persone indesiderate, con il grosso dei guadagni che finiva ai gestori. A fronte di incontri con sei, sette uomini per un’orgia percepivano compensi modesti, di appena 40 euro.

Al locale si accedeva pagando la quota di iscrizione e il biglietto d’ingresso, che oscillava tra i 50 e gli 80 euro; insieme a biglietto veniva consegnato il tagliando per la consumazione e tre preservativi. Tre dei quattro protagonisti avevano chiesto il patteggiamento della pena che ieri il giudice per l’udienza preliminare ha rigettato non ritenendo congrue le pene. Quindi il giudice ha rimesso il procedimento davanti ad altri gup per il prossimo mese di marzo.