Diesel, un pessimo affare Il prezzo straccia la benzina

In tutti i distributori aretini il gasolio ben oltre la verde, scesa sotto quota 1.7. Differenze fino al 7%: e il metano è l’unico a sfondare il tetto dei due euro

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di Alberto Pierini

Vai tranquillo, se vuoi risparmiare punta sul gasolio: o meglio ancora sul metano, la benzina non conviene. Quante volte abbiamo sentito sussurrare questo consiglio, nei concessionari o nelle strade? Tante. Senza immaginare che il mondo si sarebbe rovesciato. Come ha fatto. Perché l’ondata dei prezzi è imprevedibile, specie da un anno a questa parte e oltre.

La sintesi? Il metano è tornato stabilmente oltre i due euro, al chilo più che al litro secondo le unità di misure del motore. E il diesel ormai ha sorpassato stabilmente la benzina.

Lo specchio resta il solito: l’osservatorio dei prezzi che il ministero per lo sviluppo economico aggiorna in tempo reale. O meglio lo aggiornano I benzinai, tenuti ad entrare nel sito e correggere le tariffe. E sui 43 distributori del capoluogo il quadro è semplice. Dappertutto il gasolio non supera ma straccia la benzina. La verde, grazie al taglio delle accise e all’intervento del Governo, in diverse stazioni di servizio è tornata sotto quota 1.7, in qualche caso fino a 1,67: e sembra impossibile che solo pochi mesi fa sfondasse dappertutto il tetto dei due euro.

Anche il diesel è rimasto stabilmente sotto il tradizionale monetone di riferimento. Ma la convenienza del gasolio è finita in aceto. Ovunque costa di più. E soprattutto con differenze finora mai toccate, perfino in quel marzo che aveva visto lo stesso fenomeno ma solo sul filo. Ora le differenze spaziano dal 4 al 7%, con punte superiori. Il prezzo medio del gasolio è a 1,83, quello della verde si ferma a 1,72, con occasioni più ghiotte.

I motivi pescano nelle grandi vicende internazionali, la spada di Damocle sul tappo del serbatoio. Da una parte le importazioni di gasolio in diminuzione dalla Russia, quindi una materia prima in progressivo calo, facendo scattare la classica legge della domanda e dell’offerta. E un po’ pesa lo scenario del mercato.

Durante l’estate i movimenti delle auto private crescono, subito dopo rallentano: e la richiesta di benzina cala rispetto al gasolio. Che affianca alle auto diesel il mondo dell’autotrasporto, il cui lavoro non si ferma alla stagione calda. Risultato? Un pieno di benzina, sempre facendo salva la classica utilitaria con un serbatoio di 60 litri, al prezzo più conveniente torna a 100 euro, un tetto che nei mesi dopo la guerra era stato distanziato.

Quella del diesel viaggia a ridosso dei 110 euro. Una beffa che rischia di aggravarsi. Perché l’appesantirsi delle sanzioni da dicembre potrebbe portare addirittura alla chiusura della raffineria di Priolo, in Sicilia. Da sola fornisce il 20% della produzione di gasolio italiana. Quel che resta diventerebbe oro.