Davide, il cellulare ancora squilla dopo 13 giorni: spunta la pista passionale

Una dipendente dell’imprenditore ed ex arbitro ha provato a contattare il numero che risulta attivo. La polizia locale: tutti gli scenari ancora aperti

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di Fabrizio Paladino

Il mistero della scomparsa in Albania dell’imprenditore ed ex arbitro Davide Pecorelli ogni giorno è sempre più fitto e si arricchisce di particolari che rendono la vicenda ricca di scenari. Al momento solo i risultati della comparazione del Dna tra le ossa trovate all’interno del veicolo bruciato e alcuni oggetti appartenenti a Davide – esito atteso non prima di dieci giorni – possono dare una svolta decisa all’inchiesta. Che, per ora, vede – da parte della Procura di Perugia – un fascicolo aperto contro ignoti.

Ma non solo, perchè, proprio nella giornata di ieri, si è registrato un particolare episodio: una delle dipendenti più vicine a Davide, infatti, ha provato a fare il numero del cellulare che l’imprenditore utilizzava negli ultimi giorni durante la sua presenza in Albania e, a sorpresa, il telefono ha squillato più volte, senza che dall’altra parte nessuno abbia risposto. Peraltro stiamo parlando della stessa utenza che evidenzia come l’ultimo ingresso su Whatsapp del 45enne sia datato pomeriggio del 6 gennaio alle ore 16,12, giorno in cui si sono effettivamente perse le tracce del sangiustinese. E’ chiaro che, pure sui questo aspetto, chi lavora sul caso dovrà fare particolare attenzione

Le ipotesi investigative sulle quali, al momento, le forze di polizia italiane e albanesi – coordinate dall’Interpol – si stanno indirizzando sono molteplici. Intanto, secondo le ultime indiscrezioni, si esclude l’incidente, vista anche la zona dove la Skoda Fabia è stata ritrovata (in una piazzola lungo una strada tra le montagne, pericolosa, dove basta poco per finire nei burroni), quindi sarebbe stata sufficiente un’errata manovra per finire tragicamente all’esterno della carreggiata.

Nemmeno la pista relativa all’attività professionale di Pecorelli viene presa seriamente in considerazione: innanzitutto il 45enne ex arbitro dallo scorso mese di agosto aveva registrato la sua nuova attività commerciale a Valona (ben lontano da Puka, zona dove è stata ritrovata l’auto presa a noleggio all’aeroporto di Tirana ad inizio anno), utilizzando come indirizzo l’appartamento nel quartiere Pavarsia in un’edificio al sesto piano. A quanto pare lì si sarebbe dovuto recare durante la sua recente visita.

Peraltro, come già sottolineato, l’area dove Davide ha soggiornato in hotel per due notti (aveva prenotato anche per la terza), è una zona sconosciuta, lontanissima dai grandi centri, considerata come un’area "depressa" che, di fatto, non si è mai ripresa dalla guerra, dove non risultano espansioni commerciali, tanto meno quelle legate all’attività curata dall’imprenditore.

L’ipotesi sentimentale, invece, non è esclusa, pur se al momento mancano elementi che potranno venire alla luce solo nei prossimi giorni, sia con l’analisi dei tabulati del cellulare e altri approfondimenti del caso.

Insomma, l’inchiesta è in mano all’Interpol: la famiglia di Pecorelli, al momento, non avrebbe nominato alcun avvocato. La prima persona che ha fatto denuncia di scomparsa al commissariato di Città di Castello è l’ex moglie la quale ha dichiarato che tutte le sere, da sempre, Davide – dalla fedina penale pulita – si faceva sentire per parlare con i figli. Tutte le sere, fino al 6 gennaio.