Dalle due stanze di inizio ’800 a "La vita è bella"

La cavalcata del locale nel corso di duecento anni. Prima riservato ai soci. poi l’apertura al pubblico

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Per tutti sono "Le Stanze" e in effetti due stanze erano nel 1804, quando il Caffè dei Costanti vide la luce, fondato dagli "Accademici della Civiltà dei Costanti". Duecento e passa anni di vita, ben raccontati tra gli altri da Cristina Cristofoli e Roberto Rossi nella loro guida di Arezzo. Prima l’apertura solo per i soci e la nobiltà cittadina, solo dopo l’Unità d’Italia l’apertura al pubblico. Era stato Romanelli ad arredarlo e ad avviare l’esplosione di specchi che l’avrebbe caratterizzato.

Poi il successo dopo l’apertura di via Guido Monaco nel 1886, la mossa che avrebbe fatto di San Francesco il salotto buono della città. Poi i passaggi dell’ultimo secolo: nel 1936 a rilevarlo fu la famiglia Bianconi, che lo avrebbe gestito per oltre settant’anni, un record rispetto alle gestioni suc cessive. In un ambiente che avrebbe fuso i dolci tipici aretini, le partite a carte dell’Accademia, le cui stanze sono al piano di sopra. E quindi le gestioni che si sarebbero succedute negli ultimi 20-30 anni. Con il clou grazie a Roberto Benigni: uno dei luoghi sacri de "La vita è bella", con il passaggio insieme al figlio Giosuè davanti alla vetrina.