D'Urso: "La frenata c'è, il picco è vicino". Solo sei casi ma allerta ospedale a Bibbiena

Per la prima volta dopo giorni nessun nuovo malato ad Arezzo. In Casentino esce da medicina ed è positivo: test a 15 pazienti e personale sotto controllo

Antonio D'Urso al San Donato

Antonio D'Urso al San Donato

Aezzo, 29 marzo 2020 - «Credo che il picco sia vicino»: Antonio D’Urso si sfila la mascherina e per una volta si concede una digressione dal tempo presente, quello al quale da direttore generale della Asl deve dare del tu. «La frenata mi pare evidente anche se non possiamo escludere ulteriori rimbalzi: ed è il frutto dell’isolamento sociale portato avanti con grande serietà».

E’ il sigillo ad una giornata che si conclude con sei casi nuovi: sono quelli ufficiali, alla mezzanotte di venerdì, ai quali qualcun altro si è unito in corsa anche ieri, ad esempio a San Giovanni. Ma il dato di fondo non cambia: l’aumento c’è ma al contagocce. E la città per la prima volta da giorni chiude a zero contagiati, fermandosi nel totale a 39: la curva tende ad appiattirsi, segnale grafico di un picco alla nostra portata.

E il quadro generale continua a tenere vivi i focolai veri: a Badia Tedalda altri due casi, uno dei quali a ridosso di Ponte Presale. Il totale della zona sale a 39 come Arezzo, considerando anche le tre vittime, in un confronto impensabile tra un’area di circa 1200 abitanti e una città di centomila. Due i casi in Valdarno, uno a S.Giovanni e uno a Terranuova (già in autoisolamento) e due in Casentino,uno a Bibbiena e uno a Pratovecchio.

E’ l’allerta vera della giornata. Perché si tratta di un settantenne ricoverato a Bibbiena per la riabilitazione, il tampone positivo è emerso alle dimissioni, forse poerché diretto ad una Rsa. Era totalmente asintomatico: a ruota sono partiti i controlli, sui 15 pazienti del reparto e con una «interviste» a 50 operatori per capire quali mosse si debbano fare all’interno dell’ospedale.

Il sindaco preme per fare i tamponi a tutto il personale di medicina e andare ad una sanificazione profonda.Come spesso in questi casi le prossime ore saranno decisive: se emergessero altre positività anche i contraccolpi saranno più drastici. Ma non è detto che dai laboratori di analisi filtrino solo docce fredde.

A Bucine in serata arriva la notizia «corteggiata» da giorni dal sindaco Nicola Benini: per ora i tamponi tra i degenti e i dipendenti del primo piano sono tutti negativi. Il contagio sembra essersi fermato, finalmente pigro, al piano terra. Non c’è la certezza, di risposte ne devono arrivare parecchie. Ma aiuta in una giornata che era partita con due ambulanze in corsa verso il San Donato: due anziani le cui condizioni sono peggiorate e per le quali si è imposto il ricovero ospedaliero, ora sono in malattie infettive.

Buone notizie, sia pur al contagocce, da Agazzi: sui 25 degenti del reparto di riabilitazione in 24 sono negativi. Per il personale ancora altri risultati non ci sono. Intanto nel reparto sono rimaste due persone: gli altri, pur in quarantena, sono stati rimandati a casa. Le due famiglie sono in difficoltà, allo studio ipotesi alternative, fino ad allora la palazzina nuova resta aperta.

E negativi sono per ora i tamponi al San Donato tra Radioterapia e laboratorio analisi, fatte a seguito di contatti stretti con casi già noti. Un pieno di discrete notizie, peccato non poterne tenere qualcuna in frigo. E allora per non illuderci tropo torniamo un attimo ai dati incredibili di Badia: 26 positivi nel cuore del capoluogo, tre dei quali tra Caprile e Pratieghi.

Dieci intorno a Ponte Presale, due dei quali a Colcellalto. PIù le tre vittime. Ci sono zone colpite pesantemente in Toscana, come la Lunigiana, ma la proporzione è almeno a quei livelli. Eppure anche da lì scappa una buona notizia: l’ultimo ricoverato nella Rsa è negativo.

Su nove un solo contagiato. Ma per ora due letti restano in cappella. «Lì dentro – spiega il sindaco Alberto Santucci – c’è una bellissima immagine della Madonna del Conforto». E dove non arriva la scienza...