"Crisi di Fimer e Bekaert la punta dell’iceberg"

Andrea Ghiandelli torna alla guida della Cgil valdarnese in un momento in cui molte piccole e medie aziende sono in difficoltà

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di Maria Rosa Di Termine

Cambio della guardia alla guida della Cgil valdarnese. Dal 2 maggio a Marco Rossi, dal 2017 al timone della Camera del Lavoro di San Giovanni, subentrerà Andrea Ghiandelli. Un ritorno al passato per il noto sindacalista dopo cinque anni trascorsi in seno alla segreteria provinciale dove ha ricoperto vari incarichi prima nell’ufficio vertenze e poi come responsabile organizzativo della Filctem, il settore tessile e moda, seguendo in particolare il gruppo Prada. Il rientro coincide con una delle vertenze più preoccupanti dell’ultimo periodo per la vallata, quella della Fimer di Terranuova: "E’ anacronistico che in piena transizione ecologica un’azienda finora eccellenza del Made in Italy nelle energie alternative viva una crisi del genere. Veniamo da una vicenda drammatica – ricorda - e che ha scavato una ferita profonda nell’economia dell’intera valle, la ex Bekaert di Figline, e non possiamo permetterci di perdere un ulteriore caposaldo del nostro comparto produttivo.

La speranza è che si possa arrivare finalmente a una soluzione e la vicinanza ai lavoratori diretti e dell’indotto è totale". Quanto all’altro settore trainante per il comprensorio, quello del fashion, emergenza sanitaria e guerra hanno provocato una contrazione dei consumi e la perdita di qualche mercato di rilievo, ma la ripresa è reale. "Basti pensare proprio al gruppo Prada, che occupa circa 2200 addetti nel territorio – riprende - e che ha chiuso con un bilancio in crescita rispetto al 2019. L’obiettivo ora è che l’intero comparto manifatturiero della moda possa rimettersi in moto, quindi anche le piccole e medie imprese artigiane e la galvanica che produce accessori per le griffe più note". Tra le priorità di mandato dell’esponente sindacale quella di riavviare il dialogo con i lavoratori e la cittadinanza. "Gli anni della pandemia e le norme anticontagio – spiega – hanno profondamente modificato il rapporto con le persone. Gli ingressi nelle nostre sedi sono stati contingentati e le assemblee con i dipendenti, soprattutto nelle aziende più grandi, quasi sempre si sono svolte in videoconferenza. Un mondo di rapporti che si è cristallizzato e come risultato si è registrata una perdita di contatto che ha allontanato le maestranze dai loro rappresentanti. Adesso più che mai occorre riprendere la discussione e il confronto per rimettere al centro la partecipazione".