Crac Etruria, sequestrati terreni e ville per decine di milioni: tutti i nomi

16i imputati nel mirino. Misura a tutela delle parti civili chiesta dal liquidatore Giuseppe Santoni. Tra i coinvolti l'ex presidente Rosi e gli ex vice Guerrini e Inghirami

Protesta degli azzerati

Protesta degli azzerati

Arezzo, 31 marzo 2019 - E’ un altro redde rationem, uno dei tanti cui gli ex vertici di Banca Etruria si sono trovati dinanzi in questi anni. Ecco allora che dopo le multe di Bankitalia, quelle della Consob (poi annullate), l’azione civile di responsabilità da 400 milioni intentata a Roma, arriva anche il decreto di sequestro conservativo che inchioda i beni immobili (per decine di milioni di euro, a prima vista) di 16 dei 25 imputati nel processo per bancarotta che si apre martedì a Palazzo di giustizia.

A disporlo è lo stesso collegio giudicate del processo, presieduto da Gianni Fruganti (che è anche il numero uno della sezione penale) con a fianco Ada Grignani e Claudio Lara, la decisione è del 28 marzo, ma è trapelata soltanto ieri dopo che venerdì le notifiche erano avvenute in tutta riservatezza. A chiedere e ottenere il sequestro conservativo, che sostanzialmente è una forma di blocco patrimoniale a garanzia dei risarcimenti che dovessero essere decisi in caso di condanna, è il commissario liquidatore della vecchia Etruria, l’avvocato Giuseppe Santoni, a suo tempo nominato da Banca d’Italia, lo stesso che ha avviato la clamorosa azione di responsabilità dinanzi al tribunale della capitale.

Lui, a dire il vero, aveva anche quantificato i conti, chiedendo posizione per posizione cifre a volte astronomiche, calcolate sulla base di quanto la banca aveva perso con le delibere di finanziamento che adesso vengono contestate come ipotesi di bancarotta fraudolenta o in qualche caso semplice. A guidare la graduatoria delle richieste di Santoni c’era Alberto Rigotti, ex consigliere d’amministrazione, colui che decise della sorte del vecchio padre-padrone Elio Faralli, votando in favore della sua sostituzione con Giuseppe Fornasari.

Il liquidatore quantifica i danni nei suoi confronti in ben 21 milioni. Seguono l’ex vicepresidente Giovanni Inghirami con 7,8 mlioni, l’altro vice Giorgio Guerrini con 6,9, l’ex presidente Lorenzo Rosi con 5,4, un altro ex consigliere di peso come Augusto Federici, già amministratore dei cementifici Sacci, con 2,9.

La disparità delle cifre dipende dal fatto che Santoni si è potuto costituire parte civile nel processo per bancarotta solo per le delibere di credito non comprese nell’azione di responsabilità di Roma, sostanzialmente quelle contenute nel secondo avviso di chiusura indagini, la cosiddetta bancarotta bis.

E lì mancano alcune delle operazioni più clamorose, fra quelle sotto accusa, come lo Yacht Etruria, la stessa Sacci, i finanziamenti alla San Carlo Borromeo dei guru Armando Verdiglione e alle società di Pierino Isoldi. Il tribunale, invece, non fa una quantificazione in denaro, dispone soltanto il sequestro di beni per un elenco sterminato, imputato per imputato fino ai 16 totali oggetto del provvedimento.

A occhio e croce, viene particolarmente colpito Giovanni Inghirami, con una lunghissima lista di immobili, soprattutto a Sansepolcro. Tra gli ex amministratori, lui è probabilmente, per il peso della sua dinasty di grandi imprenditori, uno dei più facoltosi: l’eventuale responsabilità è, come si dice in gergo, in solido, cioè paga chi ha più disponibilità anche al posto di chi fosse eventualmente incapiente. L’ex presidente Lorenzo Rosi si vede mettere sotto sequestro anche la casa in cui vive.

Tutti comunque sono nominati custodi dei beni loro sequestrati: potranno continuare a disporne anche se non venderli. Il decreto di sequestro riguarda Lorenzo Rosi, Giorgio Guerrini, Giovanni Inghirami, Franco Arrigucci, Mario Badiali, Federico Baiocchi Di Silvestri, Alberto Bonaiti, Piero Burzi, Paolo Cerini, Giovanbattista Cirianni, Giampaolo Crenca, Enrico Fazzini, Augusto Federici, Alberto Rigotti, Carlo Polci, Carlo Platania. Per tutti loro il processo comincia con l’handicap. Ci vorrà almeno un anno per capire come finisce.