Crac Etruria, confermate in Cassazione le sanzioni di Bankitalia a tre consiglieri

Perché Pierluigi Boschi, Luciano Nataloni e Andrea Orlandi devono pagare tra i 144 e i 156 mila euro.La difesa puntava sulle colpe dei vertici

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Arezzo, 23 marzo 2019 - Dalla Cassazione il timbro ufficiale: le multe inflitte da Bankitalia a Pierluigi Boschi, Luciano Nataloni e Andrea Orlandi sono confermate. E non si tratta di noccioline: 144 mila euro per il babbo dell’ex ministro Maria Elena, altrettanto per Orlandi all’epoca imprenditore nel ramo dei carburanti, 156 mila per l’avvocato fiorentino Nataloni. Si parla ovviamente del crac Etruria e di una delle sanzioni irrogate ai membri del consiglio di amministrazione degli ultimi anni di vita dell’istituto di via Calamandrei.

La Cassazione ha accolto in pieno il decreto della corte di appello di Roma che che nel 2016 aveva contestato ai tre «quattro distinti tipi di violazione»: regole della governance, carenze nell’organizzazione e nei controlli interni, carenze nella gestione e nel controllo del credito, omesse e inesatte segnalazioni all’autorità di vigilanza. L’avvocato che assisteva i tre,Marcello Condemi, aveva puntato le sue carte indicando nell’ex presidente Giuseppe Fornasari il principale responsabile.

«Non si adoperava efficacemente per favorire la dialettica interna e l’adeguata circolazione di informazioni», la linea adottata. E proprio Bankitalia, ne era il corollario, aveva individuato in Fornasari colui che usava «con ampia discrezionalità la facoltà di presentare documenti direttamente nel corso della seduta consiliare».

C’è di più: Boschi, Orlandi e Nataloni avevano accettato l’incarico «con la consapevolezza, certificata dal rapporto ispettivo conseguente a un accertamento del 2010, che l’impianto organizzativo gestionale patrimoniale della banca non presentasse criticità». Da qui la richiesta: ai tre «non possono essere ascritti gli illeciti amministrativi contestati». Al contrario la Cassazione, nella sentenza depositata ieri e relativa all’udienza dell’8 novembre scorso, sottolinea che «il dovere dei consiglieri non esecutivi di agire informati, non è rimesso... alle segnalazioni provenienti dagli amministratori delegati».

Anche loro «devono possedere ed esprimere costante ed adeguata conoscenza del business bancario e, essendo compartecipi delle decisioni assunte dall’intero consiglio, hanno l’obbligo di contribuire ad assicurare un governo efficace dei rischi... e di attivarsi (per) ... una funzione dialettica e di monitoraggio sulle scelte compiute».

Con riferimento all’entità della sanzione, la Cassazione sostiene che l’azione di Bankitalia è stata «contenuta, per ciascuno dei tre ricorrenti in una somma vicina al minimo edittale, sì che non risulta violato il principio di ragionevolezza. Né vi sono motivi per ridurne l’entità, tenuto conto della gravita’ oggettiva dei fatti»