Covid, l'ultima variante: due casi di sudafricana. Ghinelli, i parchi in bilico

Altri due morti a febbraio, 34 in un mese. La «modifica» più temuta a Marciano: conferma del sindaco. Sindaco: «Possibile chiusura delle aree verdi»

Coronavirus, analisi di laboratorio (Pressphoto)

Coronavirus, analisi di laboratorio (Pressphoto)

Arezzo, 2 marzo 2021 - Stretti nei confini ma giriamo il mondo in sella alle varianti. Non ci bastavano l’inglese, ormai dicono diffusa quanto il ceppo principale, e la brasiliana, che pochi giorni fa aveva superato quota 18 casi, uno dei quali clamoroso in ospedale. E’ arrivata anche la «sudafricana»: esotica quanto pericolosa. Non ancora di per sè ma perché, come tante pagine del Covid, poco conosciuta.

I vaccini coprono anche da quella? Probabilmente sì ma non ci sono certezze, almeno su alcuni dei prodotti con i quali tentiamo di uscire dal tunnel. Un doppio caso, addirittura, due bambini delle scuole di Marciano. Che in realtà sono chiuse, proprio come quelle di Arezzo: ma i controlli sulle varanti chiedono un po’ più di tempo e attraversano anche le pareti.

La conferma viene dal sindaco Maria De Palma. Due classi in quarantena, di due ordini diversi di scuola: e quarantena lunga, perché in questi casi i tempi prudentemente si dilatano. Un campanello d’allarme nel giorno in cui la Valdichiana, da una settimana sotto pressione, provava a mettere la testa fuori dall’acqua. E con lei tutti noi. I casi scendono a 64, che rispetto ai 150 e passa di domenica sono qualcosa più di un terzo.

Meglio, non c’è dubbio Ma il tutto con meno di 600 tamponi come spesso succede, e non solo ad Arezzo,a cavallo della domenica. E così la prova del nove è attesa per oggi, quando i test ripartiranno a tamburo battente. Nei 64 respirano in tanti. Non Castelfranco, che ne registra altri dieci, mentre il sindaco è intento a tracciare le curve dei contagi. Arezzo sì, che scende da 75 a 18.

Ma non basta al sindaco Ghinelli per allentare la stretta. Anzi. Spiega che dopo le scuole potrebbe toccare anche ai parchi e alle aree verdi. «Niente di certo ma di sicuro li monitoreremo: e se ci accorgessimo che di pomeriggio i ragazzi si affollano lì, per sostituire le classi perdute, li chiuderemmo». Intanto rivendica lo stop alle scuole, mossa pur sotto tiro dell’opposizione e delle famiglie in difficoltà.

«I dati erano chiari, in una settimana siamo arrivati ad oltre trecento casi su centomila abitanti, non potevamo rischiare». Numeri che la mattina Lucia Tanti aveva elencato punto per punto. Chi continua a rischiare grosso sono gli anziani. Anche ieri due vittime, come se marzo avesse raccolto il testimone di un febbraio sconvolgente, Due nonne, una di 83 anni e una di 91.

Ma attenzione, non sono morte ieri, ma domenica: e quindi,oltre ad aprire una ferita dolorosa nelle loro famiglie, rendono il bilancio di febbraio impressionante. 34 morti, più di quelli che avevamo registrato a maggio dopo due mesi pieni di pandemia. Una striscia infinita, che si accompagna ad un altro segnale preoccupante. I ricoveri in bolla Covid, malattie infettive e pneumologia, sono risaliti a ottanta.

Neanche dieci giorni fa erano scesi sotto quota 60, i destini di questa malattia variano nello spazio di una folata di vento. E qui più che una folata stiamo rischiando di ricadere nella bufera. Sempre più giovane: anche ieri tra i contagi ben ventisette sono quelli sotto i 30 anni e oltre 40 gli under 50.

Due fasce di età nelle quali è difficile in questo momento trovare la strada giusta per la vaccinazione. E ieri, complici i rifornimenti a scartamento ridotto, non si è fermata ma quasi. Dicono che a marzo stiano per piovere fialette. Procedete, non apriremo l’ombrello.