Il premier Conte riceve Rondine: e lui promette di venire a fare lezione alla sua scuola

E' il primo a devolvere una cifra simbolica della difesa alla formazione di leader di pace. "Verrò presto sennò ci ripensate". E posta il suo entusiasmo per l'incontro

Il presidente del consiglio e Franco Vaccari

Il presidente del consiglio e Franco Vaccari

Arezzo, 21 febbraio 2019 - «Ma siete sicuri di avere solo vent’anni?»: il presidente del consiglio gira curioso lo sguardo intorno. Il salone di Palazzo Chigi per un giorno ha un’età media bassissima, appena rialzata da lui e dal presidente di Rondine Franco Vaccari. Ma lui parla dell’associazione. «Sapete, ho studiato la vostra storia»: e in effetti ormai la Cittadella di anni ne ha già 21. E a 21 anni aspetta un premier lungo le rive dell’Arno.

iuseppe Conte ha promesso perfino di non farli aspettare tanto. Stregato da questa esperienza, al punto di aver già postato un lungo messaggio su Facebook quando ancora i suoi ospiti non erano ritornati al «paesello». «Ascoltandoli – scrive – pensavo che potevano essere i miei figli, i nostri figli. Nei loro occhi ho visto la passione, il coraggio, la determinazione di contribuire a costruire un mondo migliore».

Un po’ Baden Powell e un po’ tifoso, Conte ha dunque assicurato una sua visita. Lo ha fatto in risposta ai più giovani: i ragazzi del quarto anno liceale, una delle tante invenzioni della cittadella. Gli hanno chiesto una lezione, decida lui su cosa. «Oh, ma dopo che mi avete fatto parlare così tanto non è che annullate l’invito?» ha esclamato alla fine. Ma nessuno ci pensa.

Se non altro perché a Rondine ha promesso anche di indicare la cifra: che cifra? La quota del bilancio della difesa destinata alla scuola per leader di pace, l’idea che la Cittadella ha portato all’Onu e che nei prossimi mesi presenterà alla Merkel, a Macron e a tutti i capi di stato disponibili. Sotto sotto c’è già un’agenda che sta crescendo sotto la torre, non pendente ma abbastanza diroccata. Però la voglia era di partire dall’Italia. E Conte ha firmato il famoso appello all’Onu, facendolo suo.

Certo, la cifra destinata alla scuola sarà simbolica, e con gli attuali chiari di luna non potrebbe che esserlo. Ma conta il pensiero, anzi il gesto. «Vi ho seguito nel viaggio in America, questo appello è molto bello». Detto e fatto: perché subito la magica coppia formata dall’israeliano Noam e dalla palestinese Christine glielo hanno riletto. Ormai lo sapranno quasi a memoria, potrebbero farne un tour. E in effetti finirà così.

Manuella, in arrivo dal Kosovo e una delle leader tra gli ex studenti delle Rondini d’Oro, gli ha raccontato dei successi in Sierra Leone. Milica, con i capelli raccolti in una lunga coda, viene dalla Serbia e le è toccato il posto proprio accanto al presidente del consiglio. L’altro era riservato a Vaccari. «Abbiamo trovato una disponibilità che non ci aspettavamo, così come lo slancio con cui ha accolto il nostro invito».

Forse per questo sono tornati di gran carriera a casa. Un po’ per organizzare le prossime visite. Ma anche per non rischiare di ritrovarsi il premier attaccato al campanello della cittadella: anzi alla campanella, per chiamare a raccolta