Arezzo, 26 marzo 2020 - Non siamo all'escalation temuta ma il numero di casi quotidiani continua ad essere corposo, forse il segno che ancora per arrivare al picco dovremo remare e soprattutto rimanere in casa abbastanza a lungo.
Il report dei dati ufficiali ne segnala infatti altri venti: venti che uniti a quelli di ieri dovrebbero portare il totale a quota 234. Siamo ai dati ufficiali della Asl, quelli validi alla mezzanotte di ieri e quindi privi delle segnalazioni arrivate in giornata ai sindaci.
Nel quadro la città contribuisce con tre casi: riprende quindi, dopo i sei di ieri, un trend più omogeneo a quello manifestato di solito durante questo periodo.
Ma a fare schizzare il dato verso l'alto è la Valtiberina:dodici casi in un colpo solo, si tratta di capire se ancora paghi pegno al focolaio di Badia Tedalda o se invece il fenomeno si stia allargando al resto della vallata, a cominciare da Sansepolcro.
Limitato l'aumento nelle altre vallate: uno solo in Casentino e due in Valdichiana, probabilmente gli stessi che ieri erano stati annunciati dai sindaci nelle comunicaioni la cui tempistica, venendo dall'ufficio di igiene, precede quella ufficiale formalizzata dalla Asl
Due soli i casi di ospedalizzazione, entrambi a malattie infettive: un signore di 65 anni del Valdarno e uno di 59 della Valtiberina.
Intanto tra i dati di oggi spiccano altri quattro casi a Badia Tedalda: che tocca la quota 30, un dato davvero pesante per un centro abitato di 500 abitanti che arrivano a mille solo estendendo alle frazioni e al reticolo. Ma sono sei anziani su 8 della Rsa con tampone negativo.
IN AGGIORNAMENTO