Contagi: la grande frenata Giù a 55, meno dei guariti Ma ancora morti e ricoveri

La provincia scende sotto i 200 casi su centomila abitanti. 15 vittime ad aprile. I casi in età scolare a picco (-20%) ma mai azzerati. Solo 13 nel capoluogo

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di Alberto Pierini

Più guariti che contagiati: ogni tanto la storia tragica del Covid regala una finestra a sorpresa. La finestra su un mondo dove i numeri cominciano a tornare, dove il ritorno alla normalità non è un’illusione, dove la malattia arretra. Peccato che spesso siano finestre che si chiudono di scatto. Quella di ieri, però, lo è solo in parte.

La calata è a picco: 55 contagi in un giorno, appena tredici in città, che negli ultimi mesi è diventata il parafulmine della pandemia. E questo a fronte di 1061 tamponi: ben lontani dalle punte storiche ma restano tanti, tanti di più dei due giorni incrociati con Pasqua e Pasquetta. La prova? Ce ne sono almeno due.

La prima è la discesa del tasso dei nuovi positivi sul totale dei test: era volato in doppia cifra, stavolta si ferma al 5,1%, che è davvero tutto un altro mondo. Detto più semplice: su 20 molecolari, uno solo viene positivo.

L’altra prova è nella progressione: negli ultimi otto giorni (esageriamo...) sei sono stati quelli sotto la quota 100 dei nuovi positivi. La media sotto centomila abitanti è scesa sotto 200. Bastano a dire che non siamo di fronte ad un episodio: lo stesso direttore della Asl Antonio D’Urso da sempre rimarca come il dato settimanale sia un paracadute contro le derive sulle 24 ore. E stavolta è lì, a blindare una ritirata che da settimane non era tanto eclatante. Le settimane rosse che abbiamo sulle spalle, prima come provincia e poi come regione, evidentemente cominciano a fare effetto.

E questo giustifica l’apertura più importante di ieri: quella delle scuole, anche se per ora solo fino alla linea della prima media. Scuole che restano un paradosso sotto altri aspetti. Ieri il report settimanale della regione ha confermato la calata a picco dei contagi, scesi di un altro 20% rispetto alla settimana scorsa, per l’esattezza in provincia da 143 a 117. Ma ti colpisce come neanche la chiusura continuata delle classi (solo nel capoluogo dal primo marzo con la sola eccezione di nidi e materne) riesca ad azzerare queste cifre. Un rimbalzo infinito, forse qualche limite nella raccolta delle cifre, forse contagi familiari estesi agli istituti.

Dalla settimana prossima quei dati torneranno probanti: oltre ventimila bambini e ragazzi da ieri sono tornati in presenza. Una prova del fuoco, perfino per una ritirata del contagio come quella che pare essersi avviata. E che per ora non scalfisce nè i ricoveri ospedalieri nè il numero delle vittime. Ieri è arrivata la quindicesima morta di aprile, una signora di 77 anni, era ricoverata al San Donato.

Una sequenza ininterrotta: e che sta lì a dimostrare la gravità delle patologie all’interno del San Donato, come nei giorni scorsi aveva confermato il primario di pneumologia Raffaele Scala. E i ricoveri continuano a salire. Nella bolla Covid, che abbraccia anche malattie infettive, eccoci tornati a 110: che non è la saturazione ma il tetto che la Asl si è data per evitare conseguenze sul trattamento delle altre patologie.

E in rianimazione siamo a 23, uno sotto il tutto esaurito, ma mantenuto grazie ad un nuovo trasferimento a Grosseto. Forse tra una settimana, forse tra una decina di giorni l’attuale trend di casi, ove confermato, comincerebbe a farsi sentire anche lì dove il sistema è fatalmente più fragile. Ma l’effetto della frenata resta: 55 contagiati, 71 guariti. E’ la matematica, bellezza: e non sempre va sciupata con le opinioni.