Contagi: la corsa rallenta Aumenti sì ma più ridotti Chiusure, oggi la scelta

Nel report nazionale passiamo dal +85% al +20%: ma dati poco sotto la soglia. Stasera il vertice sulle scuole sbarrate da lunedì. Si allontana la zona rossa?

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di Alberto Pierini

EZZO

Quando diluvia anche un piccolo scroscio suona come un sollievo. Piove e piove forte sul cielo della pandemia. Lo dicono i dati di ieri, che presentiamo a fianco, e che registrano altri 126 contagi in provincia nelle ultime 24 ore. Lo dice l’aumento incontenibile del numero dei morti, ormai più di trecento.

E lo dicono i dati preziosi del report nazionale curato da Gimbe, la Fondazione che si pone l’obiettivo di favorire la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche con un’attività di ricerca. Ma proprio Gimbe suggerisce che al diluvio sembra sostituirsi uno scroscio. I dati dell’ultima settimana passata al setaccio, quella dal 24 febbraio al 2 marzo, registrano un ulteriore aumento dei contati. Ma se sette giorni prima Arezzo era terza in Italia, con un balzo dell’85% sui numeri, ora siamo nettamente scivolati in classifica. Niente podio, 64 province hanno visto aumentare i loro positivi più di noi. Stavolta il salto è del 20%: ed è un aumento inferiore a quello medio della Toscana, che si attesta ad un +20,7%. Ed in linea con il dato regionale altre province sono peggiorate di più: Grosseto, Pisa, Pistoia, Lucca e Firenze.

Beninteso: questo è quello che dicono gli aumenti, certificando un primo rallentamento del contagio. E questo al 2 marzo, quando ancora non poteva esserci stato l’effetto chiusura delle scuole aretine, scattato solo il giorno prima. Ma poi a pesare sono i valori assoluti. Se Grosseto sembra stare peggio di noi in realtà sapiamo che è la provincia toscana meno battuta. Bene, nei valori assoluti Arezzo resta tra le province toscane più a ridosso della soglia critica. Soglia, ricordiamo,che è di 250 casi alla settimana su centomila abitanti. Con l’ultimo aumento siamo arrivati a 222. Lì, vicini al picco. Un dato che comunque ci vede passare nella zona "calda" della Toscana, quella che conta un numero di nuovi casi per 100.000 abitanti nelle ultime 2 settimane superiore alla media regionale. Peggio di noi Siena e Pistoia, come noi Lucca. Esattamente il dato che prima il Governatore Giani e poi il direttore della Asl Antonio D’Urso avevano definito una soglia di attenzione. Con conseguenze non automatiche. Perché anche a fronte di uno sforamento di quota 250 il Governatore può ma non deve decidere l’istituzione di una zona rossa.

Ed è una di quelle decisioni attese oggi. Il venerdì, aveva spiegato Giani, diventerà la boa alla quale concentrare le scelte per la settimana successiva. Oggi alle 17 si riunirà per la prima volta la commissione tecnico scientifica appena istituita, con rappresentanti sia della sanità che del mondo della scuola. E quindi scatteranno le eventuali nuove chiusure delle classi in altri comuni.

Ai dati di ieri, ricordiamo, erano dodici in provincia a rischiare il giro di vite: Marciano, Lucignano, Monte San Savino, Castiglion Fiorentino, Anghiari, Capolona, Foiano, Pratovecchio Stia, Castelfranco Piandiscò, Monterchi, Sansepolcro e C.Fibocchi, più naturalmente Arezzo. Alcuni di questi centri hanno già chiuso le scuole, altri no: nel caso la chiusura si estenderebbe dai nidi in su, un po’ come succederà da lunedì con il decreto Draghi. Per la zona rossa lo stesso Governatore aveva dichiarato ieri a "La Nazione" di essere orientato ad evitare una linea così drastica, alla luce di un parziale miglioramento dei dati. Ma non l’ha neanche escluso: il thrilling così è salvo.