Concordato Fimer, proroga di 60 giorni

La sentenza del Tribunale di Arezzo arrivata nelle ultime ore a seguito della richiesta dell’azienda. I nuovi scenari all’orizzonte

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di Marco Corsi

Obiettivo raggiunto. Il Tribunale di Arezzo ha infatti deciso di concedere 60 giorni di proroga al concordato Fimer, che era in scadenza. Una decisione arrivata nelle ultime ore a seguito della richiesta dell’azienda. La proprietà aveva infatti avanzato la proposta per ultimare le fasi di uscita, che passano necessariamente attraverso una trattativa di cessione. Ma c’era bisogno di altro tempo. Uno dei soggetti interessati, come annunciato nei giorni scorsi dai sindacati, è la tedesca Certina di Monaco di Baviera. Si tratta di una holding di partecipazione industriale d’investimento con sede in Germania che opera dal 1996 in acquisizioni maggioritarie di società di medie dimensioni, soprattutto nell’high tecnology e nella meccanica e vanta oltre 65 acquisizioni di successo in vari settori. Il gruppo comprende attualmente 20 piattaforme aziendali in cinque settori e con oltre 3.000 dipendenti genera ricavi superiori a 750 milioni di euro. Nessun commento è arrivato dai sindacati e nemmeno dal sindaco di Terranuova Sergio Chienni. Adesso, infatti, si attendono fatti concreti che portino ad una svolta attesa da mesi. Non c’è più la "spada di Damocle" del Tribunale e quindi le trattative dovranno subire una decisa accelerata. E’ infatti necessario che l’intervento finanziario del soggetto interessato avvenga il prima possibile per rilanciare l’attività ed invertire un rallentamento continuo, evitando scenari peggiori e non auspicabili. Come hanno spiegato, nei giorni scorsi, le organizzazioni sindacali, a fine aprile, durante l’incontro, in Regione, i rappresentanti della holding tedesca, pur confermando il proprio interessamento ad entrare in Fimer, avevano ribadito la necessità di una proroga dei termini concessi dal Tribunale per finalizzare l’accordo con Fimer e per la definizione del piano di concordato. Proroga che adesso è stata concessa e ciò permetterà di continuare le trattative. Siamo comunque arrivati ad un possibile punto di svolta di una vicenda che si trascina da molti mesi.

Era l’autunno del 2021 quando deflagrò in maniera definitiva la difficile situazione all’interno dello stabilimento di Terranuova. In questi mesi c’è stata una forte mobilitazione non solo da parte dei lavoratori e dei sindacati, ma anche delle istituzioni, non solo politiche. Basti pensare alla visita del Vescovo di Arezzo monsignor Fontana a gennaio. E proprio a gennaio si è tenuto, di fronte alla fabbrica, un consiglio comunale straordinario alla presenza del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, dei sindaci, di amministratori e consiglieri comunali del Valdarno. Perché questa, come lo fu per la Bekaert, è una battaglia non di Terranuova, ma di tutto il Valdarno e interessa, tra dipendenti diretti e indotto, quasi 800 persone. L’obiettivo comune è che finisca in maniera decisamente diversa rispetto a quanto accaduto per lo stabilimento di Figline. Era il marzo 2020 quando fu annunciata la vendita dell’attività degli inverter solari di Abb a Fimer.

Il gruppo lombardo acquisì anche il sito produttivo di Terranuova Bracciolini, che si aggiunse a quelli già presenti a Vimercate e in India, a Bangalore.

Negli ultimi anni la dimensione e l’importanza del mercato fotovoltaico è in nel futuro prossimo rappresentano, senza ombra di dubbio, un motivo di interesse per chi è intenzionato ad investire in questo settore. E ad acquistare una nuova azienda.