"Coingas, scrivo che gli asili volano": intercettazioni, pressing sui revisori

Politico chiede all'assessore Merelli di spingere sui controllori: "Li abbiamo scelti noi". «La società non fa niente 280 mila euro a questo signore per fare che?»

Alberto Merelli

Alberto Merelli

Arezzo, 6 luglio 2019 - Gli asini che volano sono uno dei temi preferiti di quelli che commentano fra loro il caso Coingas prima ancora che esploda come bufera giudiziaria. Il primo ad adoperare l’espressione, che di solito viene usata per definire cose oltre il limite della realtà, è quello che il decreto di perquisizione firmato dal Pm Andrea Claudiani definisce, senza farne il nome, come «esponente comunale». Un politico, dunque, par di capire, non un funzionario.

E’ lui che parlando con l’assessore al bilancio Alberto Merelli, ora indagato per concorso in peculato (una consulenza da 300 mila euro a uno studio legale fiorentino di cui si sarebbe fatto sollecitatore) dice in un’intercettazione telefonica raccolta il 4 giugno: «Gli asini che volano devono essere visti da tutti...non solo da chi scrive». La questione è quella della congruità delle consulenze per 440 mila euro chiesta a un avvocato amministrativista.

Ed è appunto il legale, che secondo quanto afferma una donna non nominata nelle carte, si arrabbia: «Gli ho detto io scrivo che gli asini volano». Nel senso che a lui veniva chiesto un parere di congruità, mentre contemporaneamente i sindaci revisori avanzavano riserve sulla registrazione a bilancio degli incarichi ora nel mirino. «In trent’anni di carriera - chiosa l’avvocato - un’ho mai visto cifre del genere».

Eppure, secondo quanto scrive il Pm Claudiani, «l’esponente comunale» di cui non si fa il nome «intima al Merelli di fare pressioni sul collegio dei revisori per ottenere una valutazione compiacente». La domanda sorge spontanea: chi poteva «intimare» qualcosa all’ assessore al bilancio? Ma la risposta per adesso non c’è, se non forse nelle carte ancora secretate dell’inchiesta.

Fatto sta che nella ricostruzione del decreto, il solito «esponente comunale» senza volto «preannuncia che in caso contrario (cioè senza via libera alle consulenze Ndr), lo stesso Minetti presidente del collegio avrebbe potuto perdere l’incarico»: «Fate questo incontro rapidamente- dice ancora il politico senza nome a Merelli - perchè devi essere molto chiaro e diretto...se questa persona (Minetti?) non intende fare questa cosa...e dal momento che ce lo abbiamo messo noi...si parla con (omissis) e si dice schiedati (sic, schiodati?) ci si mette un altro, ma non è accettabile che uno messo lì da noi...non ci stia a sentire».

In effetti, nel 4 giugno di questa intercettazione, il caso consulenze è bollente, anche senza sapere dell’indagine Digos. L’indagata Mara Cacioli (dipendente Coingas richiamata dalla pensione) dice («manifestando» per il Pm «evidente consapevolezza dei reati commessi da altri») il 5 giugno: «Quell’altro non ha preso mica 208 mila euro, Coingas è una società che non fa una sega, 280 mila euro a questo signore per far che...cioè lui quello che noi gli si è chiesto, alla fine, non è solo per tutelare quell’altro ma tutelare anche lui perchè lui ha preso degli incarichi senza le offerte, senza il preventivo, senza un c..zo di niente, ha superato il tetto previsto dall’Anac (l’Anticorruzione Ndr), dunque te sei inadempiente e te non giustifichi questa cosa».

La telefonata ascoltata dalla Digos avviene con l’ex presidente di Coingas Sergio Staderini (accusato anche lui di concorso in peculato): «Però - afferma ancora Mara Cacioli sulle consulenze incriminate - va trovata una formula giusta per fare delle cose, perchè certe cose Sergio non si potevano fare, perchè siamo un’azienda pubblica, però ha detto...si sta lavorando perchè non succeda niente va bene? Dunque stai tranquillo». Le ultime parole famose.