Città di Natale, sbarco su 47 pullman. Camere e tavoli finiti: turisti rimandati indietro

Cronaca di una giornata senza precedenti. Gli arrivi come previsto in maggiornaza da Roma e dal Lazio: ma anche dall'Umbria e dal resto della Toscana

Assalto al mercatino

Assalto al mercatino

Arezzo, 19 novembre 2018 - Restano spiaggiati come balene tutto il giorno: una ventina, i più fortunati, in via del Rossellino, altri 27 nel piazzale lungo via dei Carabinieri. Quarantasette festa che parla: 47 pullman, uno dei mezzi dai quali l’Italia si rovescia ad Arezzo. I turisti, come promesso, vengono quasi tutti fatti scendere in via del Rossellino, da dove raggiungono a piedi la città alta. L’impressione è che la segnaletica stavolta abbia contribuito a spalmarli meglio nel centro, il muro di folla in giro non è al livello del Corso alto ma è massiccio.

E nel pomeriggio la parata Disney fa il resto. A sant’Agostino sembra Capodanno: se lanci in aria una piuma le possibilità che ricada in terra sono davvero poche. Le famiglie con i bambini seguono i personaggi dal Prato in giù, contribuendo ad allentare la morsa dal parco storico e da piazza Grande. Dove però i numeri sono vertiginosi.

A fine giornata gli ingressi al padiglione della Lego saranno 2177: e la permanenza tra quelle pareti è lunga, i bambini non aspettano altro che costruire, montare, inventare. Si arriva oltre quota tremila in Fraternita: in un giorno la Casina di Babbo Natale viene visitata più di quanto non lo sia stato da mesi il museo dell’oro. Ad un certo punto gli ingressi vengono bloccati: per la delusione di chi in coda si vede costretto a restare fuori. Un segnale da raccogliere in vista dei weekend forti, quello della Fiera e quello dell’otto dicembre.

Ma a fare dietrofront non sono solo i bambini da Babbo Natale. Gli alberghi e i bed and breakfast sono esauriti, se possibile avrebbero venduto anche i letti a castello. Decine di turisti ringambano senza camera. E c’è chi decide last minute di rimanere: alcuni ristoranti intorno alla piazza per cena sono pieni solo con chi rimane in zona, malgrado oggi il mercatino sia chiuso. Gli arrivi sono in massa da Roma e dal Lazio: Frosinone, Ceccano, i colli romani, Viterbo, Orte. Roma o Orte? I turisti scelgono Arezzo.

Ma ce ne sono tanti dal resto della Toscana, dall’Umbria, dalle Marche. E dalla Campania, che pure sui mercatini di Natale ha poco da imparare dal resto del mondo. I bar si ritrovano a tratti senza bicchieri, tazzine, posate. I bomboloni finiscono prima di freddarsi. Le trattorie segnano incassi nettamente superiori a quelli della Fiera, a colpi di quattro turni di pasto.

Finché i banchi non chiudono, la ruota panoramica si ferma, Babbo Natale decide di uscire da Fraternita. Allora e solo allora le comitive, incolonnate dietro il capogita, ripiegano malvolentieri verso casa.