Città di Natale: centro in tilt anche di sabato Cinquantamila arrivi, il clou è atteso oggi

Cadorna a lungo chiusa, Eden sempre esaurito, Baldaccio e Mecenate quasi pieni. E il traffico procede a rilento su tutti i viali. Code a tutti i banchi del Prato, folla in piazza Grande ma senza blocchi all’ingresso. L’occupazione delle camere cresce sul terzo giorno

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di Alberto Pierini

AREZZO

La Città del Natale attacca la bandierina anche sul sabato, sorta di "banderilla" sul corpaccione del turismo che monta. E che ormai punta, senza se e senza ma, Arezzo. Il fenomeno comincia ad assumere proporzioni seriali. No, non è più un caso, ove lo fosse stato. E questi primi weekend di festa stanno lì, a incardinarci tra le grandi mete del turismo natalizio.

La stima è intorno alle cinquantamila presenze: e stavolta non è la domenica dello sfogo dopo la pioggia, ma una giornata che apre il weekend. E preannuncia cifre complessive da record. Viste le previsioni ottime e le prenotazioni già nel taschino sembra inevitabile un bilancio finale del weekend oltre quota centomila. In una domenica già di per sè straordinaria e che vedrà in parallelo la corsa ai mercatini e l’arrivo massiccio di fedeli per l’ingresso ufficiale del nuovo Vescovo.

Il mattino annuncia un buongiorno roboante. I parcheggi segnano un sostanziale overbooking. L’Eden con il segnale rosso di esaurito tutto il giorno. La Cadorna lo stesso: sbarrata a lungo dall’esterno, anche se per fortuna la transenna viene piazzata in genere quando anche il tunnel d’ingresso è intasato. Perché l’alternativa diventa quella di rimettersi in cerchio a caccia di un posto e addio circolazione. Baldaccio con oltre700 posti occupati su 800, Mecenate quasi sempre esaurito.

I pullman fanno la spola al Rossellino e in via Pietri: carico e scarico, come le frecce indicano, perché poi i mezzi vengono portati fuori dal centro. Continua il trend dei turisti dal Rossellino su Porta Buia: sembra impossibile non riuscire a pilotarne almeno una parte verso Guido Monaco, cercando di spalmare gli effetti del successo oltre il cuore del centro. Tra l’altro intercettando anche mercatini di richiamo, come quello artigiano, e tradizionalmente popolari, come in San Jacopo e Risorgimento.

Di sicuro non puoi proibire alla folla di "votare" gli eventi più ricercati. Al mercatino tirolese non arrivi alla chiusura della piazza come domenica ma hai l’impressione che sia solo per una lettura un filino più elastica dei dati. E la città non alta ma altissima del Prato? Ai banchi di gastronomia ci sono code dappertutto.

E l’assetto, accattivante, della doppia fila di casine, con numeri come quelli di ieri e, immaginiamo, di oggi crea un tappo quasi inestricabile, perché le doppie code si intrecciano.

Forse l’ideale, già immaginando il Natale 2023 e sperando sia ancora nel parco storico, sarebbe distanziare un po’ le due "quinte". Ma intanto i numeri danno ragione a chi ci ha scommesso e a chi è stato escluso pur avendo richiesto un posto.

Già intorno alle 17 sono scattati i rifornimenti per chi aveva finito le scorte. Qui come in piazza Grande. Tanti gli ingressi in Fortezza, che ha tenuto a battesimo l’apertura degli stand gastronomici. Una tavolata ormai infinita sotto l’albero e che tra l’altro nelle prossime settimane scoprirà nuovi angoli. Inutile parlare di Casa di Babbo Natale o della Lego. Ti fermi venti minuti agli ingressi di piazza Grande e scopri che la domanda più gettonata è proprio scoprire dove siano i mattoncini: sono a San Francesco, giornate da almeno mille ingressi al giorno, così come in Fraternita.

Ma i numeri moltiplicano i numeri. Dai ristoranti che ormai varano turni no stop a tavola fino agli alberghi. L’unica camera rimasta libera ieri sera non ha trovato un proprietario: ma intanto sale l’occupazione non solo del venerdì ma anche della domenica. Arrivi da lontano, ti immergi nel Natale più di moda e non riesci a staccartene neanche quando chiude. Dove arriveremo?