Ciccio Graziani finisce in ospedale dopo una brutta caduta in casa

Secondo alcune indiscrezioni da confermare sarebbe stato ricoverato in rianimazione ma ora. sta già meglio. Una carriera luminosa cominciata dall’Arezzo del quale è stato anche presidente

Migration

Ore di apprensione per Ciccio Graziani, ricoverato in ospedale dopo una caduta in casa che gli è costata alcune fastidiose, e secondo qualche fonte, gravi conseguenze. L’ ex amaranto, il culmine della cui carriera fu da attaccante del Torino scudettato nel ‘76 e da campione del mondo nell’82 con l’Italia di Bearzot, è ricoverato da alcuni giorni all’ospedale San Donato di Arezzo per le conseguenze di una caduta domestica avvenuta verso la fine della settimana scorsa. Secondo quanto emerge, Graziani, 67 anni avrebbe riportato fratture alle costole nell’incidente e, secondo alcune fonti, avrebbe trascorso i primi giorni nel reparto di rianimazione per sviluppare accertamenti medici approfonditi. Da inizio settimana, poi, per il miglioramento delle condizioni e all’esito dei riscontri diagnostici, è stato trasferito dalla rianimazione a un reparto di degenza ordinaria.

Del ricovero di Graziani si cominciava a parlare non solo qui, città dove il calciatore di origine laziale vive da decenni, ma anche in ambienti di tifosi del Torino.

Il popolare Ciccio ha cominciato la propria carriera proprio ad Arezzo, dove debuttò nei primi anni ’70 nelle giovanili amaranto, in compagnia di altri giocatori di grande futuro (ma nessuno come il suo, quali Menchino Neri. Poi l’approdo in prima squadra e l’esordio in serie B, dove Graziani ebbe subito modo di mettersi in luce come centravanti di grande potenza, con una volontà agonistica che andava persino oltre i mezzi tecnici. Nel 1974 la cessione al Torino, il cui presidente Orfeo Pianelli riuscì a bruciare tutte le società di serie A che facevano la corte a Ciccio. Fra l’altro, da dirigente esperto, riuscì anche a tirare sul prezzo, facendosi forte di un danno all’occhio che Graziani avrebbe subito prima ancora di dedicarsi al calcio, quando da ragazzo faceva ancora il muratore. In realtà quel presunto schizzo di calcina non ha mai impedito a Ciccio di esprimersi al meglio delle sue capacità tecniche e agonistiche in tutte le squadre in cui ha giocato ad alto livello, prima il Torino di Mondino Fabbri (che lo volle ala in un tridente con Pulici e Claudio Sala finto nueve), poi con Radice, il tecnico dello scudetto, che lo riportò al centro dell’attacco, ottenendone il record di gol in una sola stagione, e poi la Fiorentina, in cui giocò nell’anno del famoso secondo posto del 1981-82, dietro la Juve, con infinite polemiche su quanto successe all’ultima giornata.

Da allenatore, Ciccio ha seduto sulla panchina della Fiorentina, portandola a una finale di Coppa Uefa (persa), sempre con la Juve. Nel 1991 divenne il presidente della rinascita dell’Arezzo dopo il fallimento. Fu grazie al suo prestigio di campione del mondo che gli amaranto ottennero di ripartire dalla D e fu sempre lui a scoprire un tecnico come Serse Cosmi, protagonista della risalita in serie C. Negli ultimi anni si è dedicato alla sua Graziani Football Academy, per baby-calciatori.