Cena in casa, poi esce: la notte del delitto, l'attesa e la paura della mamma

Era abituata a fare tardi ma la madre di prima mattina chiama il figlio perché in angoscia. Il ritrovamento dell'auto rossa a un chilometro dal torrente: Il giallo del passaggio

Il ritrovamento del corpo di Katia dell'Omarino (Fornasari)

Il ritrovamento del corpo di Katia dell'Omarino (Fornasari)

Arezzo, 13 luglio 2016 - Serrande chiuse e sole a picco: siamo nel quartiere Riello, lì dove Katia viveva assieme alla mamma Rita dopo la morte del padre. Non c’è nessuno nell’appartamento della famiglia Dell’Omarino, al secondo piano del blocco di piazza Salvador Allende.

Katia aveva cenato insieme alla mamma per poi uscire, come era solita fare. Un’abitudineconsolidata, come probabilmente quella di tornare solo a tarda ora. La mamma l'ha aspettata tutta la notte, mchissà se già in allarme quando l'orario cominciava a diventare davvero esagerato.

Intorno alle 8,15 il fratello Paolo – che è sposato e che vive da un’altra parte – è andato a casa su esplicito invito della mamma, a quel punto sì in angoscia per il mancato rientro della figlia. I due, subito saliti in macchina, avrebbero quindi iniziato a compiere il giro dei luoghi più frequentati da Katia (in particolare i bar), fino al ritrovamento quasi in simultanea con i carabinieri, al parcheggio delle Piscine, zona Porta Romana.

La distanza che separa il punto in cui la vettura era in sosta dal luogo del ritrovamento del cadavere è di oltre un chilometro e mezzo; inevitabile che Katia possa aver raggiunto il ponte sul torrente Afra a bordo di un’altra auto. L'auto che le aveva offerto il passaggio. Con ogni probabilità l'auto di chi l'ha uccisa.